Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione del diritto. Un’ordinanza emessa di recente dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare l’esito di un ricorso e le sue importanti conseguenze procedurali ed economiche per chi lo propone.
Il Percorso Giudiziario del Caso
Sebbene il documento in esame non entri nei dettagli della vicenda fattuale, possiamo ricostruire il suo percorso processuale. Il caso ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Ancona. Avverso tale decisione, la parte soccombente ha deciso di presentare un ricorso in Cassazione, affidando alla Suprema Corte il compito di verificare la legittimità della pronuncia di secondo grado. L’udienza si è tenuta il 26 marzo 2025, alla presenza di un Presidente e di un Consigliere relatore, che ha esposto la causa al collegio giudicante.
L’Esito del Ricorso in Cassazione
La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione e valutato gli atti, ha emesso la sua decisione. Pur non disponendo del testo integrale delle motivazioni, l’esito tipico in questi contesti, specialmente quando si fa menzione del pagamento delle spese processuali e di un versamento alla Cassa delle ammende, è la dichiarazione di inammissibilità o il rigetto del ricorso. Questa decisione implica che la sentenza della Corte d’Appello diventa definitiva. Di conseguenza, il ricorrente non solo vede confermata la decisione a lui sfavorevole, ma viene anche condannato al pagamento delle spese relative al giudizio di legittimità.
Le Motivazioni
Le motivazioni dietro un rigetto o una dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione possono essere molteplici. La Corte Suprema non è un terzo grado di merito; non può, cioè, rivalutare le prove o ricostruire i fatti. Il suo compito è esclusivamente quello di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. Pertanto, un ricorso viene tipicamente respinto quando:
* I motivi sono infondati: Le argomentazioni legali presentate non sono corrette o non trovano riscontro nel diritto vigente.
* Si contesta il merito: Il ricorrente tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.
* Vi sono vizi procedurali: L’atto di ricorso non rispetta i rigidi requisiti formali previsti dal codice di procedura penale.
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge da sanzione per aver adito la Corte con un ricorso ritenuto palesemente infondato o inammissibile, con l’obiettivo di scoraggiare impugnazioni dilatorie.
Le Conclusioni
Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, ribadisce un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione è uno strumento da utilizzare con perizia e solo in presenza di vizi di legittimità chiaramente identificabili. La decisione di impugnare una sentenza di secondo grado deve essere ponderata attentamente, con l’assistenza di un legale esperto, per evitare non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggravio di ulteriori spese e sanzioni. L’esito del giudizio di legittimità segna il punto finale del processo, rendendo la sentenza impugnata irrevocabile e definitiva.
Cos’è un ricorso in Cassazione?
È un mezzo di impugnazione con cui si chiede alla Corte di Cassazione, il più alto organo giurisdizionale, di verificare se in un precedente processo sia stata applicata correttamente la legge. Non si possono ridiscutere i fatti del caso.
Cosa succede se il ricorso in Cassazione viene respinto?
Se il ricorso viene respinto o dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, la parte che ha presentato il ricorso viene generalmente condannata al pagamento delle spese processuali e, in alcuni casi, di una somma alla Cassa delle ammende.
A cosa serve la Cassa delle ammende?
La Cassa delle ammende è un ente statale che finanzia programmi di reinserimento per i detenuti e interventi di edilizia penitenziaria. Viene alimentata, tra le altre cose, dalle somme versate a seguito della condanna per ricorsi in Cassazione inammissibili o infondati.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14001 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14001 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 26/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 14/10/1991
avverso la sentenza del 02/07/2024 della CORTE APPELLO di ANCONA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza con cui la
Corte di appello di Ancona ha confermato la condanna per il reato di cui all’art.
624 cod. pen. (Capo A come già riqualificato dal Tribunale) e per il reato di cui agli artt. 582, 585, 576 e 61 n.2 cod. pen. (Capo B);
Ritenuto che i due motivi di ricorso, che deducono la mancata derubricazione del furto nel delitto tentato e delle lesioni nel delitto di percosse, sono meramente
riproduttivi di profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito (cfr. prima pagina della “motivazione”);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso il 26/03/2025