Ricorso in Cassazione: Un Caso Pratico di Procedura Penale
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e svolge una funzione essenziale: garantire l’uniforme e corretta applicazione della legge. Analizzando un’ordinanza emessa dalla Suprema Corte, possiamo comprendere meglio le dinamiche procedurali che caratterizzano questa fase cruciale del processo penale, anche quando il documento stesso non entra nel merito della vicenda.
L’Iter del Procedimento di Appello
Il percorso che porta un caso di fronte alla Corte di Cassazione inizia con la decisione di una delle parti di impugnare una sentenza emessa da una Corte d’Appello. Questo atto, il ricorso, non riapre una discussione sui fatti del caso, ma si concentra esclusivamente sulle presunte violazioni di legge o vizi procedurali avvenuti nei gradi di giudizio precedenti. L’obiettivo non è stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma se il processo che ha portato alla sua condanna o assoluzione si sia svolto nel pieno rispetto delle norme.
La Fase Introduttiva in Cassazione
Una volta presentato, il ricorso in Cassazione viene assegnato a una delle sezioni penali della Corte. Il Presidente della sezione nomina un Consigliere che assumerà il ruolo di relatore. Come si evince dal provvedimento in esame, viene fissata un’udienza e le parti vengono formalmente avvisate. Questi passaggi, pur essendo puramente procedurali, sono fondamentali per garantire il diritto di difesa e il corretto svolgimento del giudizio.
Il Ruolo Cruciale del Relatore
La figura del Consigliere relatore è centrale in questa fase. A lui è affidato il compito di studiare in modo approfondito tutti gli atti del processo, analizzare i motivi del ricorso presentati dalla difesa e preparare una relazione dettagliata per il collegio giudicante. Durante l’udienza, il relatore espone i punti salienti della vicenda processuale e le questioni di diritto sollevate. Questa relazione costituisce la base sulla quale il collegio (composto da più giudici) fonderà la propria discussione e la successiva decisione.
L’Ordinanza come Atto Interlocutorio
Il documento analizzato è un’ordinanza. È importante sottolineare che un’ordinanza non è una sentenza: non decide l’esito finale del ricorso. Si tratta di un provvedimento interlocutorio con cui la Corte gestisce il procedimento. In questo caso, l’ordinanza formalizza l’avvenuta udienza e la relazione del Consigliere, attestando che il processo sta seguendo il suo corso legale verso la decisione di merito, che verrà invece espressa con una sentenza.
Le Motivazioni
Le motivazioni di un provvedimento della Corte di Cassazione sono il cuore della decisione. Sebbene questa ordinanza non contenga motivazioni sul merito, una futura sentenza dovrà spiegare in modo esauriente il ragionamento giuridico seguito dai giudici. La Corte dovrà indicare se i motivi di ricorso sono fondati o infondati, citando le norme di riferimento e la giurisprudenza pertinente. In un giudizio di legittimità, le motivazioni si concentrano sull’interpretazione della legge, chiarendo perché la decisione della Corte d’Appello debba essere confermata, annullata o modificata.
Le Conclusioni
Le conclusioni pratiche di un ricorso in Cassazione possono essere diverse. La Corte può dichiarare il ricorso inammissibile se non rispetta i requisiti di legge, oppure rigettarlo se i motivi sono infondati, rendendo così definitiva la sentenza d’appello. In alternativa, può accogliere il ricorso e annullare la sentenza impugnata. L’annullamento può essere ‘con rinvio’, se è necessario un nuovo esame del merito da parte di un’altra sezione della Corte d’Appello, oppure ‘senza rinvio’, se la Cassazione può decidere direttamente la questione senza ulteriori accertamenti di fatto. Ciascuna di queste opzioni ha conseguenze determinanti per l’esito finale della vicenda giudiziaria.
Qual è la funzione di un’ordinanza della Corte di Cassazione?
Un’ordinanza è un provvedimento che regola lo svolgimento del processo. Non decide nel merito del ricorso, ma gestisce aspetti procedurali, come in questo caso l’attestazione dell’avvenuta udienza e della relazione del giudice relatore.
Chi è il ‘Relatore’ menzionato nel documento?
Il Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, a cui è stato assegnato lo studio approfondito del caso. Il suo compito è preparare e presentare una relazione sui fatti e sulle questioni di diritto agli altri giudici per facilitare la decisione finale.
Cosa significa impugnare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione?
Significa chiedere alla Corte suprema di verificare se i giudici dei gradi precedenti (Tribunale e Corte d’Appello) abbiano applicato correttamente la legge. Non si tratta di un nuovo processo sui fatti, ma di un controllo sulla legittimità della decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13672 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13672 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOMECUI CODICE_FISCALE nato il 08/10/1998
avverso la sentenza del 09/01/2024 della CORTE APPELLO di GENOVA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigra esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce un motivo afferente al determinazione del trattamento punitivo benché la sentenza impugnata sia sorretta da
sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punt
(si veda pagina 3);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagament delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa del
ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025
Il Consiglere estensore
Il Pr s dente
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