Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. L’ordinanza che analizziamo oggi ci offre uno spaccato di questa fase processuale, mostrandoci un atto introduttivo fondamentale per l’iter giudiziario.
Il Contesto Processuale: l’Appello alla Suprema Corte
Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Essa si inserisce nell’ambito di un procedimento avviato da un imputato a seguito di una condanna pronunciata dalla Corte d’Appello di Milano. L’atto non entra nel merito della vicenda, ma si limita a formalizzare la fase di trattazione del ricorso. Vengono identificati il ricorrente, il provvedimento impugnato (la sentenza della Corte d’Appello) e il collegio giudicante, composto da un Presidente e da altri magistrati, tra cui il Consigliere Relatore.
La Funzione dell’Ordinanza Introduttiva
Questo tipo di ordinanza ha una funzione prettamente organizzativa e procedurale. Essa attesta che il ricorso in Cassazione è stato formalmente presentato e che il processo è giunto alla fase della discussione. Nel documento si dà atto che le parti sono state avvisate della data dell’udienza e che il Consigliere Relatore ha svolto la sua relazione, un’esposizione sintetica dei fatti di causa e delle questioni di diritto sollevate nel ricorso. Si tratta quindi del verbale d’udienza che precede la camera di consiglio in cui i giudici prenderanno la loro decisione.
Le Motivazioni: la Decisione non è in questo Atto
È fondamentale sottolineare che il documento fornito è solo la ‘copertina’ dell’udienza. Non contiene le motivazioni della decisione della Corte. La decisione finale, che potrà essere di inammissibilità, di rigetto o di accoglimento del ricorso, sarà contenuta nel dispositivo letto in udienza e successivamente esplicitata nelle motivazioni della sentenza o dell’ordinanza definitiva, che verranno depositate in cancelleria in un secondo momento. Pertanto, l’analisi si concentra sulla fase procedurale che questo atto rappresenta.
Conclusioni: L’Importanza della Procedura nel Giudizio di Cassazione
In conclusione, l’ordinanza in esame, pur nella sua essenzialità, ci ricorda come il processo, specialmente davanti alla Corte di Cassazione, sia scandito da passaggi formali rigorosi. Ogni atto ha una sua precisa funzione. Questo documento segna l’avvio della fase decisoria del ricorso in Cassazione, un momento in cui la relazione del Consigliere incaricato assume un ruolo centrale per orientare la discussione e la deliberazione finale del collegio. L’esito del giudizio dipenderà dalla valutazione che la Corte farà dei motivi di diritto presentati dalla difesa contro la sentenza della Corte d’Appello.
Cosa stabilisce questo documento specifico?
Il documento è un’ordinanza che formalizza lo svolgimento dell’udienza per la discussione di un ricorso in Cassazione. Identifica le parti, il provvedimento impugnato e il collegio giudicante, e attesta che è stata sentita la relazione del Consigliere incaricato. Non contiene la decisione finale sul ricorso.
Qual è il ruolo del Relatore menzionato nell’ordinanza?
Il Relatore è il giudice, membro del collegio, che ha il compito di studiare in modo approfondito gli atti del processo e di esporre ai colleghi, tramite una relazione orale in udienza, i fatti principali e le questioni giuridiche sollevate dal ricorso, fornendo un quadro completo per la decisione.
Cosa succede dopo l’udienza descritta in questo atto?
Dopo l’udienza e la relazione, il collegio giudicante si ritira in camera di consiglio per deliberare. La decisione (accoglimento, rigetto o inammissibilità del ricorso) verrà formalizzata in una successiva sentenza o ordinanza motivata, che definirà l’esito del giudizio di legittimità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16748 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16748 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME (CUI: CODICE_FISCALE nato a UDINE il 18/01/1991
avverso la sentenza del 30/04/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME •
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letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigra esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti d legge in sede di legittimità in quanto denunziano asseriti difetti di motivazione quanto al giu
di responsabilità per l’evasione ascritta alla ricorrente, immediatamente smentiti dalla let del provvedimento impugnato che con argomentare puntuale da atto del coinvolgimento
dell’imputata nel furto di cui al capo a) allorquando si trovava ristretta in detenzione domici secondo un percorso giustificativo che il ricorso omette di criticare con la dovuta specificit
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce
– di cui all’art. 616 cod.
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna
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ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 20 gennaio 2025.