Ricorso in Cassazione: Cosa ci Dice un’Ordinanza della Suprema Corte
L’analisi di un provvedimento giudiziario è fondamentale per comprendere l’evoluzione del diritto. Oggi esaminiamo un’ordinanza che ci offre uno spaccato sull’iter di un ricorso in Cassazione in materia penale. Sebbene il documento sia estremamente sintetico, ci permette di riflettere sulla struttura e sulle fasi del giudizio di legittimità, il grado più alto del nostro sistema giudiziario.
I Fatti Processuali Noti
Dall’ordinanza in esame emergono dati puramente procedurali, ma essenziali per inquadrare la vicenda. Un soggetto, precedentemente giudicato dalla Corte d’Appello di Bologna con una sentenza del 4 luglio 2024, ha deciso di impugnare tale decisione. Lo strumento utilizzato è, appunto, il ricorso in Cassazione, un mezzo di impugnazione che non permette un nuovo esame del merito dei fatti, ma si concentra sulla corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura.
La Suprema Corte, nella sua Settima Sezione Penale, ha quindi fissato un’udienza per il 10 gennaio 2025 per deliberare sul ricorso proposto. Questi elementi costituiscono l’intera base fattuale desumibile dal documento.
La Decisione della Corte: Un Atto Formale
Il documento analizzato è un’ordinanza. Questo tipo di atto certifica che la Corte di Cassazione ha preso in esame il caso e ha raggiunto una decisione nella data indicata. Tuttavia, il testo fornito è una ‘copia non ufficiale’ e, per sua natura, estremamente concisa. Non contiene il dispositivo, ovvero la decisione finale (es. rigetto, annullamento con o senza rinvio), né le argomentazioni che la sostengono.
Si tratta, quindi, di un atto che fotografa un momento specifico del processo, la deliberazione, ma che per essere compreso appieno necessita del testo integrale del provvedimento, comprensivo delle motivazioni.
L’importanza del ricorso in Cassazione nel sistema
È utile ricordare che il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio. La sua funzione è quella di garantire l’uniforme interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale (funzione nomofilattica) e il rispetto delle norme processuali. Non è una terza istanza per rivedere le prove, ma un controllo di legittimità sulla decisione impugnata.
Le Motivazioni
Il documento in esame non riporta le motivazioni della decisione. La sezione delle motivazioni è il cuore di ogni provvedimento giudiziario, poiché è qui che il giudice spiega il ragionamento logico-giuridico che ha portato a una determinata conclusione. In un’ordinanza di Cassazione, le motivazioni illustrerebbero perché i motivi di ricorso sono stati ritenuti fondati o infondati, citando leggi e precedenti giurisprudenziali. L’assenza di tale parte nel documento analizzato ci impedisce di conoscere le ragioni giuridiche alla base della decisione della Corte e, di conseguenza, di trarne principi di diritto applicabili ad altri casi.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza esaminata è un esempio di atto processuale che segna una tappa fondamentale nel percorso di un ricorso in Cassazione. Pur non fornendo dettagli sul merito della controversia o sull’esito finale, ci ricorda l’importanza di distinguere i vari tipi di documenti giudiziari e la necessità di attendere la pubblicazione delle motivazioni complete per comprendere appieno la portata di una decisione della Suprema Corte. Solo attraverso l’analisi del testo integrale è possibile cogliere le implicazioni giuridiche e pratiche di una pronuncia che si colloca al vertice del nostro ordinamento.
Chi ha presentato il ricorso in Cassazione?
Un individuo condannato con una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 04/07/2024.
Quale organo giudiziario ha emesso la decisione sul ricorso?
La decisione è stata presa dalla Corte di Cassazione, Settima Sezione Penale, il massimo organo della giurisdizione penale in Italia.
Cosa si può dedurre dal contenuto di questa ordinanza?
L’ordinanza attesta formalmente che la Corte di Cassazione ha trattato e deciso il ricorso in una specifica data, ma, essendo un estratto o una copia non ufficiale, non rivela né l’esito (accoglimento o rigetto) né le motivazioni giuridiche alla base della decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18292 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18292 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il 25/07/1973
avverso la sentenza del 04/07/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 29071/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli artt. 337 – cod. pen.);
Esaminato il motivo di ricorso, relativo alla ritenuta recidiva;
Ritenuto il motivo inammissibile perché, da una parte, meramente riproduttivo di censure già
adeguatamente valutate dai Giudici di merito e, dall’altra, obiettivamente generico rispetto motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confronta;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 10 gennaio 2025.