Ricorso in Cassazione: Guida alla Lettura di un’Ordinanza Penale
L’analisi di un’ordinanza della Corte di Cassazione offre uno spaccato fondamentale del funzionamento della giustizia ai suoi massimi livelli. Comprendere la natura di un ricorso in Cassazione e degli atti che ne scandiscono l’iter è cruciale. Il documento in esame, pur essendo sintetico, ci permette di illustrare una fase chiave del procedimento penale.
Il Percorso Giudiziario del Caso
Il punto di partenza è una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. La parte soccombente in quella sede ha deciso di non accettare la decisione e ha utilizzato lo strumento del ricorso in Cassazione per portare la questione davanti alla Suprema Corte. Questo passaggio rappresenta l’ultimo grado di giudizio di merito, con il quale si contesta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti, non la ricostruzione dei fatti.
Analisi dell’Ordinanza della Corte di Cassazione
Il documento in esame non è una sentenza, ma un’ordinanza. Si tratta di un atto con cui la Corte gestisce il procedimento. Nello specifico, questa ordinanza attesta formalmente la proposizione del ricorso, identifica le parti coinvolte (il ricorrente e la decisione impugnata) e i magistrati che compongono il collegio, tra cui il Presidente e il Relatore. È un atto preparatorio all’udienza di discussione, in cui si dà atto che le parti sono state avvisate e che la relazione del Consigliere è stata ascoltata.
La Funzione dell’Atto
L’ordinanza in questione ha una funzione meramente procedurale. Essa non decide l’esito del ricorso, ma certifica che il processo di revisione è stato avviato correttamente. Questo tipo di documento è fondamentale per garantire la trasparenza e il corretto svolgimento del procedimento, assicurando che tutte le formalità previste dalla legge siano rispettate prima di arrivare a una decisione sul merito.
Le Motivazioni
È fondamentale sottolineare che il testo fornito, essendo un’ordinanza di carattere interlocutorio e non la sentenza finale, non contiene le motivazioni sul merito del ricorso. Le motivazioni rappresentano il cuore di ogni decisione giudiziaria: in esse, i giudici espongono il percorso logico e giuridico che li ha portati a decidere in un certo modo, applicando le norme di legge ai fatti del caso. Sarà solo nella sentenza conclusiva che la Corte esporrà le ragioni per cui il ricorso sarà accolto, rigettato o dichiarato inammissibile.
Le Conclusioni
Analogamente alle motivazioni, questo documento non presenta le conclusioni del giudizio. La conclusione è contenuta nel dispositivo della sentenza finale e riassume la decisione della Corte. Ad esempio, la Corte potrebbe annullare la sentenza impugnata, confermarla (rigettando il ricorso) o annullarla con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo esame. L’esito del ricorso in Cassazione dipenderà dalla valutazione della Corte sulla corretta applicazione del diritto da parte del giudice d’appello.
Chi ha proposto il ricorso?
Il ricorso è stato proposto da una persona fisica avverso una decisione a lei sfavorevole.
Contro quale provvedimento è stato presentato il ricorso?
Il ricorso è stato presentato avverso la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 27/11/2024.
Quale autorità giudiziaria sta esaminando il ricorso?
Il ricorso è all’esame della Corte di Cassazione, specificamente la Settima Sezione Penale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16310 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16310 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ASTI il 15/12/1976
avverso la sentenza del 27/11/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il ricorso di COGNOME NOME;
OSSERVA
Ritenuto
che il motivo con cui si deducono vizi di motivazione in ordine al mancato
riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche è manifestamente infondato, avendo la
Corte di appello apprezzato l’assenza di resipiscenza ed il percorso criminale dell’imputata;
rilevato,
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese
processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 04/04/2025.