Il Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto. Attraverso l’analisi di un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, esploriamo gli aspetti procedurali che caratterizzano l’avvio di questo importante procedimento.
Il Contesto Processuale: Dal Giudizio d’Appello al Ricorso in Cassazione
Il percorso che porta un caso dinanzi alla Suprema Corte inizia da una decisione di un giudice di grado inferiore. Nel caso specifico, un imputato ha proposto ricorso avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Potenza nel maggio 2024. Questo atto di impugnazione attiva il cosiddetto “giudizio di legittimità”, con cui si chiede alla Cassazione di verificare se i giudici dei precedenti gradi abbiano commesso errori di diritto nell’emettere la loro decisione.
L’Ordinanza della Corte di Cassazione: Un Atto Introduttivo
Il documento in esame non è una sentenza che decide il caso, bensì un’ordinanza. Si tratta di un atto con funzioni prettamente organizzative e procedurali. Con questa ordinanza, la Corte:
1. Identifica formalmente il ricorso proposto.
2. Indica le parti coinvolte: il ricorrente e la decisione impugnata.
3. Assegna il caso a un collegio giudicante, specificando il Presidente e il Consigliere Relatore.
4. Comunica che è stato dato avviso alle parti, garantendo il rispetto del contraddittorio.
Questo atto, dunque, segna la presa in carico ufficiale del ricorso da parte della Corte e l’avvio dell’iter che porterà all’udienza di discussione.
Le Parti del Procedimento e il Ruolo del Relatore
Il Ricorrente
Il soggetto che presenta il ricorso in Cassazione è un cittadino, imputato nel procedimento penale, che ritiene la sentenza della Corte d’Appello viziata da errori di diritto e ne chiede l’annullamento.
Il Collegio Giudicante
La decisione finale spetterà a un collegio di giudici. L’ordinanza identifica due figure chiave: il Presidente, che dirige i lavori del collegio, e il Consigliere Relatore, al quale è affidato il compito di studiare approfonditamente gli atti, preparare una relazione sul caso e presentarla al collegio durante l’udienza.
Le Motivazioni
È fondamentale precisare che l’ordinanza in analisi è un atto meramente interlocutorio e, come tale, non contiene alcuna motivazione sulla fondatezza o meno del ricorso. La valutazione nel merito e la successiva stesura delle motivazioni avverranno solo in seguito alla discussione in udienza, con la sentenza definitiva.
Le Conclusioni
In conclusione, questo tipo di ordinanza rappresenta un tassello fondamentale ma preliminare nel complesso mosaico del processo penale. Essa testimonia il corretto funzionamento della macchina giudiziaria, garantendo che ogni ricorso venga formalmente registrato, assegnato e preparato per la discussione. Il suo significato risiede nel dare inizio al giudizio di legittimità, il cui esito, affidato alla successiva sentenza, determinerà le sorti della decisione impugnata e l’epilogo della vicenda processuale.
Cosa stabilisce l’ordinanza in esame?
L’ordinanza si limita a registrare la proposizione di un ricorso avverso una sentenza di una Corte d’Appello, fissando l’udienza e indicando il collegio giudicante. Non contiene una decisione sul merito del ricorso.
Chi sono le parti menzionate nel provvedimento?
Le parti menzionate sono il proponente del ricorso, un privato cittadino, e la Corte d’Appello che ha emesso la sentenza impugnata. Vengono inoltre indicati il Presidente del collegio e il Consigliere relatore della Corte di Cassazione.
Qual è la fase successiva del procedimento dopo questa ordinanza?
Dopo la presa in carico del ricorso, come documentato da questa ordinanza, si svolge l’udienza dinanzi alla Corte di Cassazione. In quella sede, la Corte deciderà se accogliere il ricorso (cassando la sentenza), rigettarlo o dichiararlo inammissibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16242 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16242 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a ALTAMURA il 01/11/1996
avverso la sentenza del 17/05/2024 della CORTE APPELLO di POTENZA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che tutti i motivi dedotti sono affetti da assoluta genericità rispetto alla puntuale e dettagliata ricostruzione dei fatti in merito all’accertamento delle
condotte di reato di peculato e falso ideologico, essendo evidente la infondatezza della critica alla motivazione della Corte di appello di Potenza, che, contrariamente
a quanto dedotto nel ricorso, ha congruamente motivato sulla rilevanza del contributo morale e materiale dato dal ricorrente sia alla falsa attestazione in
ordine al contenuto dei pacchi da consegnare ai detenuti sia alle condotte di peculato;
ex ritenuto che dalla inammissibilità del ricorso consegue
art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in
favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della cassa delle
ammende.
Così deciso il 4 aprile 2025
Il Consigl GLYPH estensore
Il Pre idente