Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Interlocutoria
Il percorso della giustizia penale è spesso complesso e si articola in diversi gradi di giudizio. Oggi analizziamo un’ordinanza della Corte di Cassazione che ci offre uno spaccato sulla fase finale di questo iter: il ricorso in Cassazione. Questo documento, pur non essendo la sentenza definitiva, è fondamentale per comprendere come si svolge il giudizio di legittimità, l’ultimo baluardo per la verifica della corretta applicazione della legge.
Il Contesto Processuale: Dall’Appello alla Suprema Corte
Il caso in esame ha origine da un appello proposto da un individuo contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 24 ottobre 2024. Non soddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha deciso di avvalersi dell’ultimo strumento a sua disposizione: il ricorso in Cassazione. L’obiettivo di tale ricorso non è quello di riesaminare i fatti, ma di sottoporre al vaglio della Suprema Corte la sentenza per verificare la presenza di eventuali errori di diritto o vizi procedurali.
L’Ordinanza della Corte di Cassazione: Cosa Significa?
L’atto che analizziamo è un’ordinanza, un provvedimento con cui la Corte gestisce l’andamento del processo. Nello specifico, questo documento attesta che in data 21 marzo 2025 si è tenuta l’udienza per la discussione del ricorso. Vengono indicati il Presidente del collegio giudicante e il Consigliere Relatore, ovvero il giudice incaricato di studiare il caso e di presentare una relazione agli altri membri della Corte. Si tratta, quindi, di un atto interlocutorio che segna un passaggio cruciale, ma che non contiene la decisione finale sul ricorso.
Analisi del ruolo nel Ricorso in Cassazione
All’interno del collegio giudicante della Corte di Cassazione, ogni figura ha un ruolo preciso. Il Presidente dirige l’udienza e l’intera attività del collegio, mentre il Consigliere Relatore ha un compito fondamentale: studiare approfonditamente gli atti, analizzare i motivi del ricorso e preparare una relazione dettagliata che costituirà la base per la discussione e la deliberazione finale. La relazione, come menzionato nell’ordinanza, è stata udita nel corso dell’udienza, permettendo a tutte le parti e al collegio di avere un quadro completo della questione giuridica sollevata.
Le Motivazioni di un Ricorso in Cassazione
Sebbene il documento non entri nel dettaglio dei motivi specifici dell’impugnazione, è utile ricordare perché si presenta un ricorso in Cassazione. Generalmente, i motivi si concentrano su violazioni di legge, sia sostanziale che processuale. Ad esempio, si può contestare l’errata interpretazione di una norma penale, l’inosservanza di norme procedurali che hanno leso il diritto di difesa, o la presenza di vizi logici o contraddittori nella motivazione della sentenza impugnata. La Corte non valuta se l’imputato ‘ha ragione’ nel merito, ma se i giudici dei gradi precedenti hanno applicato correttamente le regole del diritto e della procedura.
Conclusioni
L’ordinanza in esame rappresenta una fotografia di un momento specifico e fondamentale del processo penale. Essa ci mostra la macchina della giustizia al lavoro nel suo grado più alto. L’esito del ricorso, che seguirà in un successivo provvedimento (la sentenza), determinerà il destino della decisione della Corte d’Appello. La sentenza potrà essere confermata, annullata con o senza rinvio a un altro giudice, oppure il ricorso potrà essere dichiarato inammissibile. In ogni caso, questo passaggio sottolinea l’importanza del giudizio di legittimità come garanzia di uniformità e correttezza nell’applicazione della legge penale.
Cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione in questo contesto?
È un atto giudiziario di natura procedurale che non decide il caso nel merito, ma certifica lo svolgimento di una fase del processo, come l’udienza per la discussione di un ricorso, indicando le parti e i magistrati coinvolti.
Qual è l’oggetto del procedimento descritto nel documento?
L’oggetto è un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. La Corte di Cassazione è chiamata a valutare la legittimità di tale sentenza, cioè la corretta applicazione delle norme di diritto.
Cosa succede dopo l’udienza menzionata nell’ordinanza?
Dopo l’udienza e la relazione del Consigliere, il collegio giudicante si ritira in camera di consiglio per deliberare. La decisione finale sul ricorso verrà poi formalizzata in una sentenza, che accoglierà o rigetterà i motivi di impugnazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13662 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13662 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME (CODICE_FISCALE nato il 31/12/1985
avverso la sentenza del 24/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché deduce motivi meramente riproduttivi di pro di censura in ordine alla responsabilità per i reati di cui ai capi 1) e 2), già adeguatamente v
e disattesi con corretti argomenti giuridici dalla Corte territoriale (si veda pagina 3);
ritenuto che all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagament delle spese processuali e della somma di euro tremila da versare in favore della cassa del
ammende, non potendosi ritenere che lo stesso abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte cost. n. 186 del 2000).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025
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