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Ricorso in Cassazione: analisi ordinanza penale

Un’ordinanza della Corte di Cassazione esamina un ricorso in Cassazione presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Il provvedimento, emesso dalla Settima Sezione Penale, si limita a registrare lo svolgimento dell’udienza e la relazione del consigliere, senza entrare nel merito della decisione finale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Cosa Significa un’Ordinanza Procedurale

L’analisi di un provvedimento giudiziario, come un’ordinanza della Corte di Cassazione, offre spunti fondamentali per comprendere il funzionamento della giustizia. Il Ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Il documento in esame è un esempio perfetto di un atto interlocutorio che segna un passo nel complesso iter processuale penale.

Il Contesto del Provvedimento: L’Appello alla Suprema Corte

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia nel giugno 2024. Quando una parte non ritiene giusta una decisione di secondo grado, può presentare un Ricorso in Cassazione. Questo non apre a un nuovo processo sui fatti, ma serve a controllare la legittimità della sentenza impugnata, verificando, ad esempio, che non vi siano stati errori di diritto o vizi di motivazione.

La Procedura di un Ricorso in Cassazione

Una volta presentato, il ricorso viene assegnato a una delle sezioni della Corte. In questo caso, si tratta della Settima Sezione Penale. Viene fissata un’udienza durante la quale un giudice, detto ‘Consigliere Relatore’, espone il caso al collegio giudicante. Il documento analizzato è proprio l’ordinanza che formalizza questi passaggi preliminari, come l’avviso dato alle parti e lo svolgimento della relazione in udienza.

Le Motivazioni

È fondamentale sottolineare che il documento in esame è un’ordinanza di carattere meramente procedurale. Non contiene, pertanto, le motivazioni della decisione finale della Corte. Atti di questo tipo servono a scandire le fasi del procedimento e a dare atto delle attività svolte, come l’udienza e l’ascolto della relazione del Consigliere. La decisione vera e propria sul ricorso, che potrà essere di accoglimento, di rigetto o di inammissibilità, sarà contenuta in un successivo e separato provvedimento, il quale esporrà in dettaglio le ragioni giuridiche alla base della scelta dei giudici.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza analizzata non chiude il caso, ma ne rappresenta una tappa interlocutoria. Ci insegna che il processo giudiziario è composto da una serie di atti formali, ognuno con una sua specifica funzione. Per conoscere l’esito finale del Ricorso in Cassazione e le sue implicazioni, sarà necessario attendere il deposito della sentenza o dell’ordinanza definitiva, che conterrà l’analisi di merito e la decisione della Suprema Corte.

Chi ha proposto il ricorso e contro quale decisione?
Il ricorso è stato proposto da un soggetto privato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 20/06/2024.

Quale organo giudiziario ha emesso il provvedimento?
Il provvedimento è un’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione.

Il documento contiene la decisione finale sul caso?
No, il documento è un’ordinanza preliminare che attesta lo svolgimento dell’udienza e della relazione del Consigliere. Non contiene la decisione sul merito del ricorso né le motivazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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