Il ricorso in Cassazione: un’analisi del giudizio di legittimità
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e svolge una funzione essenziale: garantire l’osservanza e l’uniforme interpretazione della legge. In questa sede, non si riesamina il fatto nel suo merito, come nei primi due gradi di giudizio, ma si valuta esclusivamente la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura. Analizziamo le dinamiche di questo importante istituto prendendo spunto da un’ordinanza emessa dalla Sezione Penale della Suprema Corte.
I Fatti del Procedimento
Il caso trae origine da un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. Avverso tale provvedimento, la parte interessata ha proposto un ricorso in Cassazione, portando la questione all’attenzione dei massimi giudici. La Corte Suprema ha quindi fissato un’udienza per la trattazione del ricorso, nominando un Presidente e un Consigliere Relatore, incaricato di esporre i fatti e le questioni giuridiche al collegio. Questo iter procedurale è standard per tutti i casi che arrivano al vaglio della Cassazione e assicura che ogni questione sia attentamente esaminata prima di una decisione finale.
La Decisione della Corte Suprema di Cassazione
L’esito di un ricorso in Cassazione può variare. La Corte può dichiarare il ricorso inammissibile se mancano i presupposti di legge, rigettarlo se i motivi non sono fondati, oppure accoglierlo. In caso di accoglimento, la Corte può annullare il provvedimento impugnato. L’annullamento può essere ‘senza rinvio’, se la Corte decide direttamente la questione, oppure ‘con rinvio’, se è necessario un nuovo esame del merito da parte di un altro giudice, che dovrà attenersi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione stessa. La decisione finale è formalizzata attraverso un’ordinanza o una sentenza, a seconda della natura della questione trattata.
Le Motivazioni
Le motivazioni dietro la decisione della Corte sono cruciali. Quando esamina un ricorso, la Cassazione si concentra sui cosiddetti ‘vizi di legittimità’. Questi includono l’errata applicazione della legge penale (error in iudicando) o delle norme procedurali (error in procedendo), oppure la presenza di vizi nella motivazione del provvedimento impugnato, come la sua mancanza, la sua manifesta illogicità o la sua contraddittorietà. I giudici non possono valutare se un testimone sia stato credibile o meno, ma possono verificare se il giudice di merito abbia spiegato in modo logico e coerente perché lo ha ritenuto tale. Il cuore del giudizio di legittimità è quindi il controllo sulla correttezza giuridica e logica del percorso decisionale seguito dal giudice precedente.
Le Conclusioni
In conclusione, il ricorso in Cassazione funge da meccanismo di chiusura del sistema giudiziario, assicurando che le decisioni siano conformi alla legge. Ogni ordinanza o sentenza della Suprema Corte non solo risolve il caso specifico, ma crea anche importanti precedenti giurisprudenziali, orientando l’interpretazione delle norme per i casi futuri. Questo ruolo, noto come funzione nomofilattica, è fondamentale per mantenere la certezza del diritto e l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. La decisione analizzata, al di là del suo esito specifico, riafferma l’importanza di questo presidio di legalità.
Cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento con cui la Corte decide su questioni procedurali o su ricorsi che non richiedono la forma più solenne della sentenza. Tipicamente, viene usata per dichiarare l’inammissibilità di un ricorso o per risolvere questioni di competenza.
Contro quale tipo di provvedimento è stato presentato il ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato presentato avverso un’ordinanza emessa in data 02/07/2024 dalla Corte d’Appello di Bologna, un giudice di secondo grado.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore nell’udienza in Cassazione?
Il Consigliere Relatore è il giudice a cui viene assegnato lo studio preliminare del caso. Durante l’udienza, egli espone al collegio giudicante i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni di diritto da risolvere, fornendo una base informativa per la discussione e la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18283 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18283 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME CUI 06739BI ) nato il 20/02/1992
avverso l’ordinanza del 02/07/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 28995/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e l’ordinanza impugnata con cui è stato dichiarato inammissibile l’appello;
Esaminati i motivi di ricorso;
Letta la memoria;
Ritenuti i motivi inammissibili perché obiettivamente generici rispetto alla motivazione d sentenza impugnata con la quale non si confrontano (pagg. 2 e ss.);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processua e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 10 gennaio 2025.