Ricorso in Cassazione: Guida all’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale in cui si valuta non il fatto in sé, ma la corretta applicazione della legge da parte dei tribunali inferiori. Analizziamo un’ordinanza della Sezione Penale per comprendere meglio come funziona questa fase fondamentale del processo.
La Funzione del Ricorso in Cassazione Penale
Quando un imputato o la pubblica accusa non ritengono giusta una sentenza emessa dalla Corte d’Appello, possono presentare un ricorso in Cassazione. È importante sottolineare che la Suprema Corte non è un “terzo grado di giudizio” dove si riesamina l’intera vicenda. Il suo compito è quello di “nomofilachia”, ovvero garantire che la legge sia interpretata e applicata in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. I motivi del ricorso, infatti, possono riguardare solo violazioni di legge e non una diversa valutazione dei fatti.
Analisi del Provvedimento in Esame
L’ordinanza in questione rappresenta un atto tipico di questa fase processuale. Dal documento emerge che:
* Un imputato ha proposto ricorso contro una sentenza emessa da una Corte d’Appello nel giugno 2024.
* È stata fissata un’udienza per la discussione del caso davanti alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione.
* Il procedimento è stato formalmente avviato, con la nomina di un Presidente e di un Consigliere Relatore, incaricato di esporre il caso al collegio.
Questo tipo di documento, pur essendo scarno di dettagli sul merito della vicenda, è fondamentale perché segna l’avvio del giudizio di legittimità.
Le Motivazioni e la Decisione della Corte
Il documento fornito è un’ordinanza che introduce il giudizio e non contiene la decisione finale. Pertanto, le specifiche motivazioni che hanno portato la Corte a decidere in un senso o nell’altro non sono presenti in questo atto. La decisione della Corte di Cassazione può avere diversi esiti: può dichiarare il ricorso inammissibile, rigettarlo (confermando la sentenza d’appello) o accoglierlo. In caso di accoglimento, la Corte può annullare la sentenza senza rinvio (se non sono necessari ulteriori accertamenti) o con rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio basato sui principi di diritto stabiliti dalla Cassazione stessa.
Conclusioni
In conclusione, l’analisi di questa ordinanza, seppur interlocutoria, ci offre uno spaccato essenziale sulla procedura del ricorso in Cassazione. Ci mostra come il sistema giudiziario si articoli fino al suo vertice per garantire la corretta applicazione della legge. Ogni ricorso rappresenta un test per la coerenza e la giustizia del nostro ordinamento, e la decisione finale della Suprema Corte, che seguirà a questo atto, avrà un impatto definitivo sulla posizione giuridica dell’imputato, riaffermando i principi fondamentali del diritto penale e processuale.
Cosa rappresenta il documento analizzato?
Il documento è un’ordinanza che attesta l’avvio di un procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione, a seguito del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello.
Qual è lo scopo di un ricorso in Cassazione in materia penale?
Lo scopo non è riesaminare i fatti del processo, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge. La Corte di Cassazione giudica sulla legittimità della decisione, non sul merito.
Quali informazioni mancano in questo documento per comprendere l’esito del caso?
Questo documento non contiene né la decisione della Corte (accoglimento, rigetto, inammissibilità) né le motivazioni giuridiche alla base di tale decisione, che saranno contenute nella sentenza o ordinanza finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18314 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18314 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a TORRE ANNUNZIATA il 13/01/1956
avverso la sentenza del 19/06/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 29501/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli artt. 337- 63
pen. – 116 Codice della Strada);
Esaminato il motivo di ricorso, relativo alla dosimetria della pena;
Ritenuto il motivo inammissibile perché obiettivamente generico rispetto alla motivazion della sentenza impugnata con la quale non si confrontano (pag. 3 e ss. sentenza impugnata);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 10 gennaio 2025.