Ricorso in Cassazione: Cosa Ci Dice un’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale in cui si valuta non il fatto in sé, ma la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti. Analizzeremo un’ordinanza della Sezione Penale della Corte di Cassazione per comprendere la sua struttura e il suo significato nel contesto di un procedimento giudiziario.
L’Analisi del Provvedimento Giudiziario
L’ordinanza in esame è un documento sintetico ma denso di informazioni procedurali. Identifica chiaramente l’organo giudicante (la Sezione VII Penale della Corte di Cassazione), con l’indicazione del Presidente del collegio e del Giudice Relatore, cui è affidato il compito di esporre i fatti e le questioni di diritto. Viene specificato l’oggetto del contendere: il ricorso proposto da un individuo contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. La data dell’udienza, 04/04/2025, segna il momento in cui il caso è stato discusso e deciso.
Il Contesto del Ricorso in Cassazione Penale
Quando un imputato o il pubblico ministero non sono soddisfatti della decisione della Corte d’Appello, possono presentare un ricorso in Cassazione. A differenza dei precedenti gradi di giudizio, la Cassazione non può riesaminare le prove o ricostruire i fatti. Il suo compito è esclusivamente quello di verificare se, nel processo precedente, la legge sia stata interpretata e applicata correttamente. I motivi del ricorso possono riguardare, ad esempio, la violazione di una norma di legge o un vizio di motivazione della sentenza impugnata.
Le Motivazioni
È fondamentale notare che questo tipo di documento, un’ordinanza emessa a seguito dell’udienza, spesso non contiene le motivazioni dettagliate della decisione. Esso serve a formalizzare l’esito deliberato in camera di consiglio. Le ragioni giuridiche che hanno portato i giudici a quella determinata conclusione (ad esempio, l’inammissibilità o il rigetto del ricorso) vengono esposte in un testo separato, la motivazione appunto, che viene redatto dal Giudice Relatore e depositato in cancelleria in un momento successivo. Pertanto, la lettura di questa ordinanza ci informa che una decisione è stata presa, ma per comprenderne il perché sarà necessario attendere il deposito delle motivazioni complete.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza esaminata è un esempio emblematico di un atto processuale della Corte di Cassazione. Pur nella sua brevità, cristallizza un passaggio fondamentale del procedimento: la decisione sul ricorso in Cassazione è stata presa. Ci insegna a distinguere tra il dispositivo (la decisione finale) e la motivazione (la sua spiegazione giuridica), ricordandoci che nel diritto ogni documento ha una funzione specifica e che la comprensione completa di una vicenda processuale richiede l’analisi di tutti gli atti che la compongono.
Cosa significa che la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza?
Significa che la Corte ha preso una decisione su una questione procedurale o di rito relativa al ricorso. L’ordinanza formalizza l’esito dell’udienza, anche se le motivazioni dettagliate possono essere depositate in un secondo momento.
Quale provvedimento è stato impugnato in questo caso?
È stata impugnata una sentenza emessa in data 03/10/2024 dalla Corte d’Appello di Palermo.
Cosa si può dedurre dal contenuto di questo specifico documento?
Dal documento si deduce che un ricorso è stato presentato da un individuo, che si è tenuta un’udienza in una data specifica (04/04/2025) e che la Corte di Cassazione, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato, ha preso una decisione in quella stessa data.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16290 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16290 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a SALEMI il 07/05/1997
avverso la sentenza del 03/10/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di NOME
OSSERVA
Ritenuto che il motivo di ricorso con cui si deduce violazione di legge quanto a ritenuta
responsabilità per il delitto di cui all’art. 337 cod. pen. è manifestamente infondato e riprodutt di censure adeguatamente confutate dalla Corte di appello che ha messo in risalto la condotta
oppositiva violenta e consapevole posta in essere attraverso il tentativo di fuggire nonostante bloccato per un braccio dal militare che veniva coinvolto nella caduta del mezzo;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 04/04/2025.