Ricorso in Cassazione: Guida all’Analisi di un’Ordinanza
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione del diritto. Analizzeremo oggi un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Suprema Corte per comprendere la sua struttura e la sua funzione. Questo tipo di provvedimento, sebbene spesso sintetico, è fondamentale per l’esito di un procedimento penale.
Il Percorso Giudiziario: dall’Appello alla Cassazione
Un procedimento penale che giunge dinanzi alla Corte di Cassazione ha già attraversato due gradi di giudizio. Nel caso in esame, il ricorrente ha impugnato una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. L’appello è un giudizio di merito, dove i fatti possono essere riesaminati. Il ricorso in Cassazione, invece, è un giudizio di legittimità. Ciò significa che la Suprema Corte non può stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma deve verificare se i giudici dei gradi precedenti abbiano commesso errori nell’interpretare o applicare le norme giuridiche.
L’Ordinanza della Suprema Corte: Contenuto e Funzione
Il documento in esame è un’ordinanza. A differenza della sentenza, che decide il merito della questione, l’ordinanza è tipicamente utilizzata per risolvere questioni procedurali. Nel contesto della Corte di Cassazione, e in particolare della settima sezione penale, l’ordinanza è spesso lo strumento con cui si dichiara l’inammissibilità di un ricorso. Un ricorso può essere inammissibile, ad esempio, se presentato fuori termine o se i motivi addotti non rientrano tra quelli previsti dalla legge.
Il provvedimento analizzato riporta gli elementi essenziali per identificare il procedimento: l’autorità giudiziaria (la Corte di Cassazione, Sez. 7), il Presidente del collegio e il Giudice Relatore, le parti coinvolte (in forma anonima, il ricorrente) e il provvedimento impugnato (la sentenza della Corte d’Appello). Questi dati garantiscono la tracciabilità e la correttezza formale dell’atto.
Le Motivazioni
Il testo fornito non contiene le motivazioni della decisione. Si tratta della copertina e della pagina finale del provvedimento, che si limita a indicare la data della deliberazione. Le motivazioni sono la parte cruciale di ogni provvedimento giudiziario, in quanto spiegano il ragionamento logico-giuridico che ha portato il collegio a prendere una determinata decisione. In un’ordinanza di questo tipo, le motivazioni, che verrebbero depositate successivamente, illustrerebbero le ragioni per cui il ricorso è stato, ad esempio, accolto, rigettato o, più probabilmente in questo contesto, dichiarato inammissibile.
Le Conclusioni
In conclusione, anche un documento apparentemente scarno come un’ordinanza della Corte di Cassazione riveste un’importanza fondamentale. Esso rappresenta l’atto finale del percorso giudiziario per l’imputato e sancisce la definitività della decisione presa nei gradi di merito, oppure, in casi più rari, l’annullamento della stessa con rinvio a un altro giudice. L’analisi di questi atti ci permette di comprendere il rigore formale e la funzione di garanzia della Corte di Cassazione, quale organo di vertice preposto ad assicurare l’uniforme interpretazione della legge penale su tutto il territorio nazionale.
Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo provvedimento?
Il documento mostra che la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza in data 04/04/2025 in seguito a un ricorso proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli del 14/10/2024. Non specifica l’esito della decisione.
Chi erano le parti del procedimento?
Il procedimento vedeva come parte un ricorrente, che aveva impugnato la sentenza di secondo grado, e l’organo giudiziario. L’atto impugnato era una sentenza della Corte d’Appello di Napoli.
Quali informazioni procedurali si possono ricavare dal documento?
Dal documento si possono ricavare la sezione della Corte (Sezione Penale 7), i nomi del Presidente e del Giudice Relatore, la data dell’udienza (04/04/2025) e la data della decisione (04/04/2025).
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16265 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16265 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a CERCOLA il 10/12/1979
avverso la sentenza del 14/10/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
visto il ricorso di NOME
OSSERVA
Ritenuto che il primo motivo di ricorso con cui si deduce l’erronea qualificazione giuridica
dei fatti commessi nell’ipotesi di cui all’art. 594 cod. pen. è generico e manifestamente infondato avendo i giudici di merito correttamente sussunto i fatti nell’ipotesi di cui all’art. 337 cod.
fattispecie realizzatasi attraverso le minacce rivolte nei confronti dei militari per impedire fosse portato a compimento il sequestro dell’autovettura;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del
ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 04/04/2025.