Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. In questo articolo, analizzeremo un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, che ci offre uno spaccato del funzionamento di questa fase processuale.
Il Procedimento: un Ricorso in Cassazione contro una Sentenza d’Appello
Il caso in esame origina dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa da una Corte d’Appello nel settembre 2024. L’imputato ha deciso di avvalersi del suo diritto di impugnare la decisione di secondo grado, portando la questione dinanzi alla Suprema Corte. L’ordinanza in analisi, datata maggio 2025, rappresenta uno degli atti formali di questo procedimento.
Il documento attesta che si è tenuta l’udienza, durante la quale è stata ascoltata la relazione del caso svolta dal Consigliere designato. Questo passaggio è fondamentale, poiché la relazione riassume i punti salienti del ricorso e le questioni di diritto su cui la Corte è chiamata a pronunciarsi.
La Struttura del Provvedimento
È importante notare che il documento fornito è un’ordinanza di tipo interlocutorio o una sorta di frontespizio dell’atto completo. Esso contiene le informazioni essenziali per identificare il procedimento: la sezione della Corte, il presidente del collegio, il consigliere relatore e la data dell’udienza. Non entra, tuttavia, nel merito della decisione, limitandosi a certificare l’avvenuta trattazione del ricorso.
Il Ruolo del Collegio nel Ricorso in Cassazione
Il caso è stato deciso da un collegio di giudici, come indicato dalla presenza di un Presidente e di un Consigliere Relatore. In Cassazione, le decisioni sono collegiali. Il relatore ha il compito di studiare approfonditamente gli atti e di esporre la questione giuridica ai colleghi, proponendo una possibile soluzione. La decisione finale viene poi presa collettivamente dal collegio giudicante dopo la discussione in camera di consiglio.
Le Motivazioni
Le motivazioni costituiscono il cuore di ogni provvedimento giudiziario, in quanto spiegano l’iter logico-giuridico seguito dai giudici per giungere a una determinata decisione. Nel documento analizzato, essendo di natura meramente procedurale, non sono presenti le motivazioni. In una sentenza completa, questa sezione conterrebbe l’analisi dettagliata dei motivi del ricorso, il riferimento alle norme di legge applicabili e alla giurisprudenza pertinente, chiarendo perché il ricorso sia stato accolto o respinto.
Le Conclusioni
Analogamente alle motivazioni, le conclusioni con il dispositivo finale non sono contenute in questo atto preliminare. Una sentenza definitiva si concluderebbe con il cosiddetto ‘dispositivo’, ovvero la decisione vera e propria della Corte. Le possibili conclusioni di un ricorso in Cassazione possono essere: l’inammissibilità o il rigetto del ricorso (confermando la sentenza impugnata), oppure l’accoglimento del ricorso. In quest’ultimo caso, la Corte può annullare la sentenza senza rinvio (se non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto) o con rinvio ad un altro giudice per un nuovo esame del merito.
Che tipo di provvedimento è stato analizzato?
È stata analizzata un’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale. Si tratta di un atto che documenta lo svolgimento di un’udienza relativa a un ricorso, indicando le parti e i giudici coinvolti.
Cosa si impugnava con il ricorso in Cassazione?
Si impugnava una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 9 settembre 2024.
Il documento contiene la decisione finale sul caso?
No, il documento è un’ordinanza preliminare o un frontespizio. Non contiene né le motivazioni della decisione né il dispositivo finale (la decisione vera e propria sul ricorso).
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21977 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21977 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 06/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato a NAPOLI il 24/07/1997
avverso la sentenza del 09/09/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
ritenuto che l’unico motivo di ricorso che lamenta violazione di legge ex art. 606
lett. c) cod. proc. pen., in relazione all’art. 179 c.p.p., contestando in particol l’omessa notifica del decreto di citazione nel giudizio di appello al difensore è
manifestamente infondato perché denunzia una violazione di norme processuali smentita dagli atti dai quali emerge l’avvenuta notifica del decreto di citazione in appello a
suddetto difensore, tramite posta elettronica certificata, in data 21/03/2024;
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna ritenuto,
del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 6 maggio 2025
Il Consigliere COGNOME
Il Presidente