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Ricorso in Cassazione: analisi di un’ordinanza penale

Il documento analizzato è un’ordinanza della Corte di Cassazione penale, che si pronuncia su un ricorso in Cassazione presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. Questo atto segna l’avvio del giudizio di legittimità, indicando il collegio giudicante, la data dell’udienza e la parte ricorrente, rappresentando una fase cruciale del processo.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Guida all’Analisi di un’Ordinanza Preliminare

L’analisi di un’ordinanza della Corte di Cassazione offre spunti fondamentali per comprendere le dinamiche del giudizio di legittimità. Quando si presenta un ricorso in Cassazione, si entra nell’ultima e decisiva fase del processo penale, dove non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione della legge. Il documento in esame, pur essendo sintetico, ci permette di esplorare la struttura formale e il significato degli atti che scandiscono questo procedimento.

Il Contesto del Giudizio di Legittimità

Il procedimento davanti alla Corte di Cassazione è attivato da un ricorso proposto contro una decisione di un giudice di grado inferiore, in questo caso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. L’obiettivo non è ottenere una nuova valutazione del merito della vicenda, ma verificare che il giudice precedente abbia applicato correttamente le norme giuridiche e abbia motivato la sua decisione in modo logico e coerente. L’ordinanza rappresenta uno dei primi atti formali con cui la Corte gestisce il ricorso ricevuto.

L’Analisi dell’Ordinanza e il ricorso in Cassazione

L’atto in esame, seppur privo della parte motivazionale e del dispositivo, contiene informazioni essenziali che definiscono la cornice del giudizio. Identifica chiaramente il collegio giudicante, con il Presidente e il Relatore, la parte che ha proposto l’impugnazione e il provvedimento impugnato.

Gli Elementi Formali dell’Atto

1. Intestazione: Riporta la sezione della Corte (Settima Penale), il numero e l’anno del provvedimento, fornendo i riferimenti per la sua identificazione.
2. Collegio Giudicante: Vengono indicati il Presidente, che dirige l’udienza, e il Consigliere Relatore, cui è affidato lo studio preliminare del fascicolo e la successiva esposizione al collegio.
3. Parti del Processo: Si menziona il ricorrente, ovvero colui che ha dato avvio al giudizio di legittimità, e la sentenza che viene contestata.
4. Fase Procedurale: L’atto certifica che è stato dato avviso alle parti e che si è tenuta la relazione del Consigliere, passaggi obbligatori prima della decisione.

Questi elementi, sebbene formali, sono cruciali per garantire la trasparenza e la correttezza del procedimento.

Le Motivazioni

Sebbene il testo fornito non contenga le motivazioni della decisione, è fondamentale comprendere il loro ruolo. In un’ordinanza o in una sentenza della Cassazione, la motivazione è la parte in cui i giudici spiegano il ragionamento giuridico che li ha portati a una determinata conclusione. Essi esaminano i motivi del ricorso, li confrontano con le norme di legge e con i precedenti giurisprudenziali e stabiliscono se il giudice di merito abbia commesso errori di diritto. La qualità della motivazione è un indice della tenuta logico-giuridica della decisione stessa.

Le Conclusioni

In conclusione, anche un documento apparentemente scarno come un’ordinanza introduttiva è denso di significato. Esso rappresenta la porta d’accesso al giudizio di legittimità e testimonia l’avvio di un’analisi rigorosa sulla corretta applicazione della legge. Comprendere la funzione di ogni elemento formale è il primo passo per decifrare il linguaggio del diritto e apprezzare la complessità del sistema giudiziario, in cui ogni atto, dal più semplice al più articolato, svolge un ruolo insostituibile.

Che cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento emesso dai giudici della Corte Suprema che, in questo contesto, regola gli aspetti procedurali del ricorso, come la fissazione dell’udienza e la composizione del collegio, senza decidere nel merito della questione.

Chi è il Consigliere Relatore?
È il giudice, membro del collegio, al quale viene assegnato lo studio approfondito del caso. Durante l’udienza, egli espone i fatti, i motivi del ricorso e le questioni di diritto agli altri giudici per facilitare la discussione e la decisione finale.

Cosa significa presentare un ricorso contro una sentenza della Corte d’Appello?
Significa chiedere alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio, di verificare se la sentenza emessa dalla Corte d’Appello sia conforme alla legge. Non si richiede una nuova valutazione dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione delle norme giuridiche e sulla logicità della motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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