Ricorso in Cassazione: Come Funziona il Giudizio di Legittimità
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Analizziamo un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale per comprendere meglio i meccanismi di questo fondamentale procedimento.
L’Anatomia di un’Ordinanza di Cassazione
Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione a seguito di un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Salerno. Sebbene il testo non entri nel merito della vicenda, la sua intestazione ci fornisce informazioni preziose sul funzionamento della Corte.
Le Figure Chiave del Procedimento
1. Il Presidente: Presiede il collegio giudicante, dirige l’udienza e garantisce il corretto svolgimento del processo.
2. Il Relatore: È il giudice (in questo caso, un Consigliere) a cui è stato assegnato lo studio preliminare del ricorso. Durante l’udienza, espone i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche da affrontare, fornendo al collegio una base per la discussione e la decisione finale.
L’udienza è il momento in cui, dopo la relazione, le parti possono esporre le proprie argomentazioni prima che la Corte si ritiri in camera di consiglio per deliberare.
La Funzione del Ricorso in Cassazione nel Processo Penale
È essenziale comprendere che la Corte di Cassazione non è un “terzo giudice” del fatto. Il suo compito, noto come giudizio di legittimità, è quello di verificare che le sentenze impugnate non contengano errori di diritto. Questi possono includere:
* Violazione o erronea applicazione della legge penale.
* Vizi procedurali che hanno compromesso il diritto di difesa.
* Mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione della sentenza.
Quando la Corte accoglie un ricorso, può annullare la sentenza impugnata, con o senza rinvio a un altro giudice per un nuovo esame.
Le Motivazioni dell’Ordinanza
Il documento fornito non contiene il corpo della motivazione, che rappresenta il cuore di ogni provvedimento giudiziario. In un’ordinanza come questa, la Corte di Cassazione avrebbe esposto le ragioni giuridiche alla base della sua decisione. Tipicamente, le motivazioni di un’ordinanza in questa fase potrebbero riguardare l’ammissibilità del ricorso. Ad esempio, la Corte potrebbe dichiarare il ricorso inammissibile perché presentato fuori termine, perché i motivi addotti non rientrano tra quelli consentiti dalla legge o perché manifestamente infondati. Al contrario, potrebbe fissare un’udienza per la trattazione nel merito. La motivazione è fondamentale perché spiega il ragionamento seguito dai giudici e permette di comprendere l’interpretazione della legge fornita dalla Corte.
Conclusioni: Il Ruolo Garante della Cassazione
In conclusione, anche un documento apparentemente scarno come l’intestazione di un’ordinanza ci permette di riflettere sul ruolo fondamentale della Corte di Cassazione. Attraverso il giudizio di legittimità, essa assicura l’uniforme interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale, garantendo la certezza del diritto e la corretta applicazione delle norme procedurali a tutela dei diritti di ogni cittadino. Ogni ricorso in Cassazione è un tassello che contribuisce a rafforzare le fondamenta del nostro stato di diritto.
Qual è l’oggetto del provvedimento analizzato?
Si tratta di un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione in relazione a un ricorso proposto avverso una sentenza della Corte d’Appello di Salerno.
Qual è il ruolo del “Relatore” in un’udienza di Cassazione?
Il Relatore è il Consigliere incaricato di studiare il caso in via preliminare e di esporre i fatti, i motivi di ricorso e le questioni giuridiche al collegio giudicante durante l’udienza.
Che tipo di provvedimento è un'”Ordinanza” in questo contesto?
Un’Ordinanza è un provvedimento con cui il giudice, in questo caso la Corte di Cassazione, decide su questioni procedurali, come l’ammissibilità di un ricorso, senza pronunciarsi sul merito finale della controversia.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24668 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24668 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a POMPEI il 17/12/1976
avverso la sentenza del 23/01/2025 della CORTE APPELLO di SALERNO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOMECOGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti dal legge in sede di legittimità in quanto del tutto generici, privi della puntuale enunciazione d
ragioni di diritto che li giustificano e dei correlati congrui riferimenti alla motivazione d impugnato;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 co proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 20 giugno 2025.