Ricorso in Cassazione: Cosa ci Svela un’Ordinanza Preliminare
L’analisi di un provvedimento giudiziario, anche se breve, può offrire spunti fondamentali per comprendere il funzionamento della giustizia. In questo articolo esamineremo un’ordinanza che segna l’avvio di un ricorso in Cassazione, il grado più alto del giudizio penale. Questo tipo di documento, pur non decidendo il caso, è un tassello cruciale dell’iter processuale e ci permette di capire come una vicenda giudiziaria approda all’ultimo grado di giudizio.
I Fatti Processuali alla Base del Ricorso
Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione. Essa non descrive i fatti materiali che hanno dato origine al procedimento penale, bensì i fatti puramente processuali. In sintesi, ci informa che un soggetto, precedentemente giudicato dalla Corte d’Appello di Catania con una sentenza del 19 novembre 2024, ha deciso di impugnare tale decisione. L’atto di impugnazione è, appunto, il ricorso che introduce il giudizio dinanzi alla Suprema Corte.
L’ordinanza attesta che il ricorso è stato formalmente presentato e che il procedimento è stato avviato. Vengono indicati i dati essenziali: il Presidente del collegio giudicante, il Consigliere Relatore (cioè il giudice incaricato di studiare il caso e di presentarlo agli altri membri del collegio) e la data dell’udienza fissata per la trattazione.
Il Ruolo dell’Ordinanza nella Procedura
Questo tipo di ordinanza ha una funzione prettamente organizzativa e preparatoria. Serve a formalizzare l’inizio della fase di legittimità e a comunicare alle parti coinvolte (l’imputato e l’accusa) che il processo è pendente dinanzi alla Cassazione. Il documento menziona infatti che è stato “dato avviso alle parti” e che è stata “udita la relazione svolta dal Consigliere”, passaggi formali che precedono la discussione e la decisione finale.
L’Analisi del Ricorso in Cassazione e le Prospettive del Giudizio
È fondamentale sottolineare che un ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La Suprema Corte non riesamina le prove per decidere se l’imputato sia colpevole o innocente. Il suo compito è diverso: verificare che i giudici dei gradi precedenti (Tribunale e Corte d’Appello) abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.
In questa fase, la Corte si concentra esclusivamente su questioni di “diritto” o “legittimità”. Ad esempio, potrebbe verificare se una norma è stata interpretata correttamente, se sono state rispettate le regole procedurali o se la motivazione della sentenza d’appello presenta vizi logici evidenti.
Le Motivazioni
Le motivazioni, in un provvedimento di questo tipo, non esistono nel senso tradizionale del termine. L’ordinanza non spiega perché una parte ha ragione o torto. La sua “ragione d’essere” è puramente procedurale: certifica che un ricorso è stato depositato, che è stato assegnato a una sezione e a un relatore, e che è stata fissata un’udienza. La relazione del Consigliere menzionata nel testo è un’esposizione preliminare al collegio, ma non costituisce la motivazione della decisione finale, la quale arriverà solo con la sentenza conclusiva.
Le Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza analizzata rappresenta la fotografia di un momento iniziale del giudizio di Cassazione. Ci insegna che il percorso della giustizia è scandito da atti formali che, sebbene non spettacolari, sono essenziali per garantire il corretto svolgimento del processo e il diritto di difesa. Il destino del ricorso verrà deciso solo all’esito dell’udienza, quando la Corte emetterà una sentenza che potrà confermare la decisione d’appello, annullarla con o senza rinvio a un altro giudice, o dichiarare inammissibile il ricorso stesso. Questo documento è il punto di partenza di quest’ultima, cruciale fase processuale.
Cosa significa che è stato proposto un ricorso avverso una sentenza?
Significa che una delle parti del processo (in questo caso, l’imputato) non ha accettato la decisione della Corte d’Appello e ha chiesto alla Corte di Cassazione di riesaminarla per verificare la corretta applicazione della legge.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore menzionato nell’ordinanza?
Il Consigliere Relatore è il giudice incaricato di studiare approfonditamente gli atti del processo e il ricorso presentato. Durante l’udienza, egli espone al resto del collegio giudicante i fatti, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche da risolvere, fornendo una base per la discussione e la decisione finale.
Questa ordinanza rappresenta la decisione finale del caso?
No, assolutamente. Si tratta di un atto interlocutorio e procedurale che attesta l’avvio del giudizio in Cassazione e fissa l’udienza. La decisione sul merito del ricorso verrà presa solo successivamente con una sentenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29832 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29832 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CATANIA il 16/02/1999
avverso la sentenza del 19/11/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 2928/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per il reato previsto dall’art. 385 cod. pe
Esaminato il motivo di ricorso, relativo alla sussistenza del dolo;
Ritenuto il motivo inammissibile perché precluso, non essendo stato dedotto in appello;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna de ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 14 aprile 2025.