Ricorso in Cassazione: Cosa Succede Dopo la Sentenza d’Appello?
Oggi analizziamo un’ordinanza della Corte di Cassazione, un documento che ci permette di fare luce su una fase cruciale del processo penale: il ricorso in Cassazione. Sebbene il testo a nostra disposizione sia interlocutorio e non contenga la decisione finale, esso offre spunti preziosi per comprendere cosa accade quando una sentenza d’appello viene impugnata davanti alla Suprema Corte. Questo tipo di provvedimento segna l’inizio del cosiddetto ‘giudizio di legittimità’, un controllo sulla corretta applicazione della legge.
La Struttura dell’Ordinanza e il suo Significato
Il documento in esame è un’ordinanza che formalizza la presentazione di un ricorso. Leggendolo, possiamo identificare gli elementi chiave che caratterizzano l’avvio di questo procedimento:
* L’impugnazione: Viene specificato che è stato proposto un ricorso avverso una sentenza di una Corte d’Appello (in questo caso, quella di Napoli).
* Le parti: Si identifica il soggetto che ha presentato il ricorso.
* Il Collegio Giudicante: Vengono indicati il Presidente del collegio e il Consigliere Relatore, ovvero il magistrato incaricato di studiare il caso e presentarlo agli altri giudici.
Questo atto, quindi, non decide la controversia, ma certifica che il processo è giunto al suo ultimo grado di giudizio e che la Corte Suprema ha preso in carico il fascicolo.
Il Giudizio di Legittimità e il ricorso in Cassazione
A differenza dei primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello), la Corte di Cassazione non riesamina i fatti del caso. Il suo compito, noto come ‘giudizio di legittimità’, è quello di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e le norme procedurali. Il ricorso in Cassazione può essere presentato solo per specifici motivi previsti dalla legge, come la violazione di una norma di diritto o la presenza di vizi logici nella motivazione della sentenza impugnata.
Le Motivazioni
Il documento analizzato è di natura preliminare e, pertanto, non contiene le motivazioni della decisione finale. In una sentenza o ordinanza definitiva, la sezione delle motivazioni è il cuore del provvedimento. Qui i giudici della Cassazione spiegherebbero il ragionamento giuridico che li ha portati ad accogliere o a rigettare il ricorso. Avrebbero esaminato i motivi di doglianza presentati dal ricorrente e avrebbero stabilito se la sentenza della Corte d’Appello presentava o meno i vizi denunciati, argomentando la propria conclusione sulla base di leggi e principi giurisprudenziali.
Le Conclusioni
Al termine del processo, la Corte di Cassazione emette la sua decisione. Le conclusioni possibili sono diverse. La Corte può dichiarare il ricorso inammissibile se non rispetta i requisiti di legge, oppure rigettarlo se i motivi sono infondati, confermando così la sentenza d’appello. In caso di accoglimento, invece, la Corte può annullare la sentenza impugnata. L’annullamento può essere ‘senza rinvio’, se la Corte decide direttamente la questione, o ‘con rinvio’, se ordina che un nuovo processo d’appello venga celebrato da un’altra sezione della Corte d’Appello per correggere gli errori riscontrati.
Che cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione come quella in esame?
È un atto processuale che formalizza la presentazione di un ricorso e attesta l’avvio del procedimento davanti alla Suprema Corte, indicando le parti e il giudice relatore, senza decidere il merito della questione.
Qual è la funzione principale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione non riesamina i fatti, ma svolge un ‘giudizio di legittimità’, ovvero controlla che i giudici dei precedenti gradi di giudizio abbiano correttamente interpretato e applicato le norme di legge e di procedura.
Chi è il ‘Relatore’ menzionato nel documento?
Il Relatore (o Consigliere Relatore) è il giudice, membro del collegio giudicante, a cui viene assegnato lo studio del ricorso. Ha il compito di esporre i fatti e le questioni giuridiche agli altri giudici prima della decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17557 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17557 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CATANZARO il 25/02/1971
avverso la sentenza del 17/10/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti d legge in sede di legittimità in quanto meramente riproduttivi di profili di censur
adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corrett puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emerge
acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche in relazione ai costituti oggett e soggettivi dell’evasione contestata e alla non applicabilità alla psecie della causa di
punibilità di cui all’ad 131 bis cp rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 21 marzo 2025.