Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
Il percorso della giustizia è scandito da atti e procedure che, sebbene possano apparire formali, sono essenziali per garantire la correttezza del processo. L’ordinanza che analizziamo oggi è un esempio perfetto di come si svolge un ricorso in Cassazione, il terzo e ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Questo documento, pur non decidendo la controversia, ne segna un passaggio cruciale, aprendo la fase di valutazione da parte della Suprema Corte.
I Fatti Processuali
Il caso ha origine da un ricorso in Cassazione presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania. La sentenza di secondo grado aveva concluso una fase del processo, ma la difesa, ritenendo che vi fossero state violazioni di legge, ha deciso di appellarsi alla Corte Suprema. L’ordinanza in esame non entra nel merito dei reati contestati o delle ragioni dell’appello, ma si limita a fotografare l’avvio del procedimento di legittimità.
L’Ordinanza della Corte di Cassazione
Questo tipo di provvedimento ha una funzione prettamente organizzativa e procedurale. Analizziamo i suoi elementi chiave:
* Identificazione del Ricorrente: L’atto indica chiaramente chi ha proposto il ricorso.
* Riferimento alla Sentenza Impugnata: Viene specificato quale decisione si sta contestando, in questo caso una sentenza della Corte d’Appello.
* Avviso alle Parti: Il documento attesta che tutte le parti coinvolte nel processo sono state informate dell’udienza, in ossequio al principio del contraddittorio.
* Relazione del Consigliere: Viene dato atto che il Consigliere Relatore, ovvero il giudice incaricato di studiare il fascicolo, ha esposto la sua relazione al collegio giudicante. Questo passaggio è fondamentale per illustrare i punti salienti del ricorso e le questioni giuridiche da affrontare.
In sostanza, l’ordinanza funge da verbale, certificando che le tappe preliminari all’udienza di discussione del ricorso in Cassazione si sono regolarmente svolte.
Le motivazioni
Le motivazioni di un atto come questo non riguardano il fondo della vicenda, ma la logica della procedura stessa. La motivazione implicita dietro ogni passaggio descritto è quella di assicurare un giudizio giusto, ordinato e rispettoso dei diritti di tutte le parti. La notifica garantisce il diritto di difesa e di partecipazione. La relazione del Consigliere serve a razionalizzare il lavoro del collegio, permettendo ai giudici di concentrarsi sugli aspetti giuridici più complessi e controversi. Ogni formalità è, quindi, motivata dalla necessità di tutelare i principi cardine dello Stato di Diritto.
Le conclusioni
In conclusione, sebbene un’ordinanza di questo tenore possa sembrare un semplice atto burocratico, essa rappresenta una tessera indispensabile nel mosaico del processo penale. Dimostra che il ricorso in Cassazione è stato formalmente accettato per la discussione e che il percorso verso la decisione finale della Suprema Corte è stato avviato nel rispetto delle regole procedurali. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, comprendere il significato di questi atti intermedi è fondamentale per avere piena consapevolezza del funzionamento della giustizia.
Cosa significa che è stato proposto un ricorso in Cassazione?
Significa che una delle parti di un processo contesta una decisione di un giudice di grado inferiore (in questo caso, della Corte d’Appello), sostenendo che siano state violate delle norme di diritto, e chiede alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore menzionato nell’ordinanza?
Il Consigliere Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, che ha il compito di studiare in modo approfondito gli atti del processo, il ricorso e le memorie difensive, per poi esporre i fatti e le questioni giuridiche agli altri giudici durante l’udienza.
Questa ordinanza rappresenta la decisione finale sul caso?
No, assolutamente. Questa è un’ordinanza interlocutoria e procedurale. Essa si limita a dare atto che il processo davanti alla Corte di Cassazione è iniziato correttamente, con l’avviso alle parti e la relazione del Consigliere. La decisione finale sul ricorso sarà contenuta nella sentenza che verrà emessa successivamente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17563 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17563 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a VITTORIA il 19/02/1981
avverso la sentenza del 27/03/2024 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
7
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché l’unica censura prospettata, inerente al mancata applicazione della causa di non punibilità di cui all’ad 131 bis cp, replica rilievi
già adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con valutazioni di merito n manifestamente illogica, non sindacabile in questa sede (e ciò a tacere della manifesta
infondatezza della richiesta alla luce dell’inequivoco portato dei precedenti per evasion cristallizzato dal casellario in atti, tale da rendere incontroversa la presenza di una abit
ostativa all’applicazione della disposizione citata);
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 21 marzo 2025.