Ricorso in Cassazione: Cosa Significa e Come Funziona
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano. Non si tratta di un terzo processo per riesaminare i fatti, ma di un controllo di legittimità, volto a garantire che la legge sia stata applicata correttamente nei gradi precedenti. In questo articolo, analizzeremo gli elementi di un’ordinanza della Suprema Corte per comprendere meglio le dinamiche di questa fase cruciale del procedimento penale.
I Fatti del Procedimento
Il caso in esame ha origine dal ricorso in Cassazione presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Perugia in data 24 ottobre 2024. L’atto giudiziario fornito è un’ordinanza che documenta l’avvio del procedimento dinanzi alla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Le specifiche circostanze di fatto che hanno portato alla condanna in primo grado non sono descritte nel documento, poiché l’attenzione della Corte è focalizzata esclusivamente sulla corretta applicazione delle norme giuridiche e procedurali.
La Decisione della Corte
L’ordinanza in questione non contiene una decisione sul merito del ricorso. Si tratta di un atto preliminare che attesta la presa in carico del caso da parte della Corte. In questa fase, la Corte, dopo aver sentito la relazione del Consigliere designato, procede con l’udienza. Le decisioni in questa fase possono variare: la Corte potrebbe dichiarare il ricorso inammissibile, rigettarlo, oppure accoglierlo, annullando la sentenza impugnata con o senza rinvio a un altro giudice. Dal documento in esame, si evince solo che il procedimento è stato formalmente avviato e discusso in udienza.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni sono il cuore di ogni provvedimento giudiziario, in quanto spiegano il ragionamento giuridico seguito dai giudici per arrivare a una determinata conclusione. In un’ordinanza o sentenza di Cassazione, le motivazioni illustrano se e perché i motivi di ricorso sono stati ritenuti fondati o infondati. Ad esempio, la Corte potrebbe rilevare un errore nell’interpretazione di una norma penale o un vizio nella procedura seguita dal tribunale. Il documento analizzato è un frontespizio e non contiene le motivazioni, che saranno esposte nel testo integrale del provvedimento finale.
Conclusioni: Il Ruolo del Ricorso in Cassazione
In conclusione, sebbene il documento non sveli l’esito del caso, esso offre uno spunto fondamentale per comprendere la funzione del ricorso in Cassazione. Questo strumento non serve a ridiscutere la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato basandosi su nuove prove, ma a garantire l’uniforme e corretta interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale (funzione nomofilattica). L’ordinanza emessa segna un passo formale all’interno di questo complesso iter, che culminerà con una decisione definitiva sulla legittimità della sentenza impugnata.
Cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento giudiziario che, in genere, decide su questioni procedurali o sull’ammissibilità di un ricorso, senza entrare nel merito della controversia, che viene invece decisa con una sentenza.
Qual era l’oggetto del ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato proposto contro una sentenza emessa dal Tribunale di Perugia in data 24 ottobre 2024.
Quali sono i soggetti coinvolti nel procedimento?
Un individuo, in qualità di ricorrente, ha impugnato una sentenza penale di un tribunale. Il procedimento si svolge dinanzi alla settima sezione penale della Corte di Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16168 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16168 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 04/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 23/04/1982
avverso la sentenza del 24/10/2024 del TRIBUNALE di PERUGIA
dato avviso alle partiA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che il ricorso è inammissibile, essendo stato proposto avverso sentenza di applicazione della pena per motivi diversi da quelli consentiti
dall’art. 448, co.2-bis, cod. proc. pen. ;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso il 4 aprile 2025
Il Consigliere COGNOME e
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