Ricorso in Cassazione: Come si Svolge l’Udienza
L’analisi di oggi si concentra su un’ordinanza della Corte di Cassazione, un documento che, sebbene sintetico, ci offre uno spaccato fondamentale del processo penale italiano. Affrontare un Ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, un momento cruciale in cui non si riesamina il fatto, ma si valuta la corretta applicazione della legge. Questo atto ci mostra proprio l’avvio di questa fase delicata.
I Fatti Processuali
Il documento in esame nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. A seguito dell’impugnazione, il procedimento è approdato dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione per il giudizio di legittimità. L’ordinanza non descrive i fatti che hanno portato alla condanna nei gradi precedenti, ma si focalizza esclusivamente sulla fase processuale dinanzi ai giudici supremi.
La Struttura dell’Ordinanza
L’atto riporta le informazioni essenziali per identificare il procedimento: la sezione della Corte, il numero e l’anno del provvedimento, e le figure chiave dell’udienza, ovvero il Presidente del collegio giudicante e il Consigliere Relatore. Viene inoltre indicata la data dell’udienza, un elemento fondamentale per la scansione temporale del processo.
L’Udienza e il Ruolo del Relatore nel Ricorso in Cassazione
Il cuore del documento risiede nella descrizione dello svolgimento dell’udienza. Si attesta che è stato dato avviso alle parti, garantendo così il principio del contraddittorio, e che è stata “udita la relazione svolta dal Consigliere”.
Il Consigliere Relatore è il giudice a cui è stato affidato lo studio preliminare del ricorso. Durante l’udienza, egli espone al resto del collegio i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni di diritto rilevanti. Questa relazione è la base su cui si svilupperà la discussione in camera di consiglio e la successiva decisione. L’ordinanza, quindi, fotografa questo momento istituzionale, certificando che una tappa fondamentale del procedimento si è regolarmente compiuta.
Le Motivazioni
Le motivazioni di un’ordinanza come questa sono intrinsecamente procedurali. L’atto non decide il merito del ricorso, ma serve a verbalizzare e formalizzare lo svolgimento dell’udienza. La sua ‘ratio’ è quella di attestare che il procedimento sta seguendo il suo corso legale, nel rispetto delle garanzie previste per le parti. In sostanza, la motivazione consiste nel dare atto che si è tenuta un’udienza in cui è stata esaminata la causa attraverso l’esposizione del Relatore, ponendo le basi per la deliberazione finale della Corte.
Le Conclusioni
In conclusione, sebbene un’ordinanza di questo tipo possa apparire come un semplice atto burocratico, essa riveste un’importanza fondamentale nel sistema giudiziario. Documenta un passaggio essenziale del Ricorso in Cassazione, garantendo trasparenza e correttezza formale. Rappresenta la premessa indispensabile per la decisione finale che stabilirà se la sentenza impugnata ha applicato correttamente la legge, segnando così l’esito definitivo della vicenda processuale.
Cosa significa ‘ordinanza’ in questo contesto?
In questo contesto, l’ordinanza è un provvedimento del giudice che non decide la causa nel merito, ma attesta lo svolgimento di una fase del processo, in questo caso l’udienza dinanzi alla Corte di Cassazione con l’ascolto della relazione.
Contro quale provvedimento è stato proposto il ricorso?
Il ricorso è stato proposto avverso una sentenza emessa in data 04/10/2024 dalla Corte d’Appello di Napoli.
Qual è il ruolo del ‘Relatore’ menzionato nel documento?
Il Relatore, o Consigliere Relatore, è il giudice del collegio che ha studiato in modo approfondito il caso e ha il compito di esporre i fatti e le questioni giuridiche agli altri giudici durante l’udienza, fornendo la base per la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14712 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14712 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 08/03/1990
avverso la sentenza del 04/10/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avv o alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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OSSERVA
letto il ricorso proposto da COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che il ricorso è inammissibile, in quanto proposto personalmente dall’imputato;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso il 31 marzo 2025
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Il Consigliere est sore te
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