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Ricorso in Cassazione: Analisi di un’ordinanza

Un’ordinanza della Corte di Cassazione penale esamina un ricorso proposto contro una sentenza di secondo grado. Il documento illustra la fase iniziale del giudizio di legittimità, evidenziando il ruolo del Presidente e del Consigliere Relatore nell’iter del ricorso in Cassazione.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: Guida all’Iter Processuale Penale

Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte per comprendere meglio le fasi iniziali di questo importante procedimento.

Il Contesto: Un Appello alla Suprema Corte

Il caso in esame origina da un ricorso in Cassazione presentato da un imputato contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Questo atto segna l’avvio del giudizio di legittimità, dove la Corte di Cassazione è chiamata a verificare se la sentenza impugnata presenti vizi di legge o di procedura. L’ordinanza in questione, pur essendo un atto interlocutorio, ci offre uno spaccato della macchina processuale, menzionando figure chiave come il Presidente del collegio e il Consigliere Relatore, e fissando la data dell’udienza per la discussione.

La Funzione della Corte di Cassazione

È fondamentale chiarire che la Corte di Cassazione non è un “terzo grado” di processo nel senso comune del termine. Il suo compito non è rivalutare le prove o stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente. La sua funzione, detta nomofilattica, è quella di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, nonché l’unità del diritto nazionale. In parole semplici, controlla che i giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) abbiano applicato correttamente le norme giuridiche.

L’Avvio del Ricorso in Cassazione

Una volta depositato il ricorso, la cancelleria della Corte di Cassazione lo assegna a una delle sezioni penali competenti. Da questo momento, il processo segue un iter ben definito:
1. Designazione del Collegio: Viene nominato un collegio giudicante, presieduto da un Presidente.
2. Nomina del Relatore: All’interno del collegio, un giudice, il Consigliere Relatore, viene incaricato di studiare approfonditamente gli atti e preparare una relazione da esporre in udienza.
3. Fissazione dell’Udienza: Viene stabilita la data in cui il ricorso sarà discusso pubblicamente o in camera di consiglio.
4. Avviso alle Parti: Le parti coinvolte (l’imputato, il suo difensore, il Procuratore Generale) vengono formalmente informate della data dell’udienza, come indicato nel provvedimento in esame.

Il documento analizzato si colloca proprio in questa fase preliminare, registrando l’avvenuta notifica alle parti e lo svolgimento della relazione da parte del Consigliere designato, atti che precedono la discussione e la decisione finale.

Le Motivazioni

Le motivazioni di un’ordinanza o di una sentenza della Corte di Cassazione sono il cuore della decisione. In esse, i giudici spiegano il ragionamento giuridico che li ha portati a una determinata conclusione. Nel caso di un ricorso in Cassazione, la Corte può dichiarare il ricorso inammissibile (se mancano i presupposti di legge), rigettarlo (se i motivi sono infondati) oppure accoglierlo. In caso di accoglimento, la Corte annulla la sentenza impugnata, con o senza rinvio a un altro giudice per un nuovo esame.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione ha implicazioni definitive sul processo. Se il ricorso viene rigettato o dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva e deve essere eseguita. Se, invece, viene accolto, le sorti del processo possono cambiare radicalmente, portando a una nuova valutazione del caso o, in alcune circostanze, all’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna. Comprendere questo meccanismo è essenziale per afferrare la struttura e le garanzie del nostro sistema processuale penale.

Cosa significa proporre un ricorso in Cassazione?
Significa chiedere alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giurisdizione, di verificare la legittimità di una sentenza emessa da un giudice di grado inferiore, come la Corte d’Appello. Non si discutono i fatti, ma solo la corretta applicazione delle norme di legge e di procedura.

Qual è il ruolo del Consigliere Relatore menzionato nel documento?
Il Consigliere Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, che ha il compito di studiare in modo approfondito il caso e di esporre i fatti, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche rilevanti agli altri giudici durante l’udienza. La sua relazione è fondamentale per la decisione del collegio.

Cosa accade dopo che la Corte d’Appello emette una sentenza?
Dopo la sentenza della Corte d’Appello, le parti hanno la possibilità di presentare un ricorso alla Corte di Cassazione, come avvenuto nel caso descritto dal documento. Questo avvia l’ultimo grado del giudizio, finalizzato al controllo di legittimità della decisione impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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