Ricorso in Cassazione: Quando la Suprema Corte Decide con Ordinanza
L’esito di un Ricorso in Cassazione rappresenta un momento cruciale nel percorso giudiziario di un imputato. Non sempre, però, la Corte si pronuncia con una sentenza complessa. Spesso, la decisione arriva tramite un’ordinanza, un atto più snello che risolve questioni procedurali. Analizziamo un caso emblematico per comprendere il significato e le conseguenze di tale provvedimento.
Il Contesto del Caso: un Appello in Ultima Istanza
Il caso in esame trae origine dal ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino nell’ottobre del 2024. Sentendosi leso dalla decisione di secondo grado, l’imputato ha deciso di esperire l’ultimo grado di giudizio, presentando un Ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, riunitasi in udienza nel marzo 2025, ha preso in esame il caso, affidando la relazione al Consigliere designato, il quale ha esposto i termini della questione al collegio giudicante.
La Decisione della Corte Suprema
La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione e valutato gli atti, ha deliberato la propria decisione attraverso un’ordinanza. Sebbene il testo integrale del provvedimento non sia dettagliato nei suoi motivi, gli elementi presenti indicano una conclusione sfavorevole per il ricorrente. L’atto si conclude infatti con un riferimento alle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende. Questo tipo di statuizione è tipico delle pronunce che dichiarano l’inammissibilità o il rigetto del ricorso.
Le Motivazioni Dietro un’Ordinanza di questo tipo in un Ricorso in Cassazione
Generalmente, la Corte di Cassazione adotta la forma dell’ordinanza quando il ricorso è palesemente infondato o inammissibile. Le motivazioni che possono portare a una tale decisione sono molteplici e attengono a vizi procedurali. Tra le cause più comuni di inammissibilità di un Ricorso in Cassazione troviamo:
* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso quali norme di legge si ritengono violate dalla sentenza impugnata.
* Motivi non consentiti: Vengono sollevate questioni di merito (relative alla valutazione dei fatti), che non possono essere riesaminate in sede di legittimità, dove la Corte valuta solo la corretta applicazione del diritto.
* Proposizione fuori termine: Il ricorso è stato presentato oltre i termini di legge.
* Mancanza di interesse: Il ricorrente non ha un interesse concreto e attuale all’impugnazione.
In questi casi, la Corte non entra nel merito della vicenda, ma si ferma a una valutazione preliminare, chiudendo il procedimento con un’ordinanza che sancisce l’impossibilità di procedere a un esame più approfondito.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione
La decisione assunta con ordinanza dalla Corte di Cassazione ha conseguenze definitive. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello diventa irrevocabile, passando in giudicato. Ciò significa che la condanna o l’assoluzione non possono più essere messe in discussione. In secondo luogo, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come nel caso di specie, a versare una somma a titolo di sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende. Questo esito sottolinea l’importanza di valutare attentamente i presupposti e le effettive possibilità di successo prima di intraprendere un Ricorso in Cassazione, un rimedio straordinario riservato a specifici vizi di legittimità.
Cosa significa un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento giudiziario con cui la Corte decide su questioni procedurali, spesso dichiarando un ricorso inammissibile o manifestamente infondato, senza entrare nel merito della questione di diritto sostanziale.
Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come indicato nel documento, al versamento di una somma alla Cassa delle ammende a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei requisiti di legge.
La decisione della Corte d’Appello diventa definitiva dopo questa ordinanza?
Sì, una volta che la Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile con un’ordinanza, la sentenza impugnata (in questo caso quella della Corte d’Appello di Torino) passa in giudicato, diventando definitiva e non più impugnabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13965 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13965 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 26/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a NOVARA il 22/11/1992
avverso la sentenza del 29/10/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza con cui la
Corte di appello di Torino ne ha confermato la condanna per il reato di furto;
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che deduce vizio di motivazione in punto di mancato contenimento della pena entro i minimi edittali e di mancato
riconoscimento della circostanza attenuante di cui all’art. 62 n. 4 cod. pen., è
inammissibile perché prospetta deduzioni intrinsecamente generiche e prive di confronto con le ragioni della decisione (cfr. pag. 2 in cui si evidenzia come la pena
sia stata determinata
“nei minimi assoluti di legge”);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso il 26/03/2025