Ricorso in Cassazione: Guida Pratica all’Analisi di un’Ordinanza
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano e costituisce uno strumento fondamentale per garantire la corretta applicazione della legge. Analizzeremo un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione per comprendere meglio le fasi iniziali di questo importante procedimento. Il caso in esame riguarda un appello proposto avverso una sentenza penale emessa dal Tribunale di Pavia, offrendo uno spaccato chiaro sulla formalità e la struttura di tali atti.
Il Contesto del Caso: Un Ricorso contro la Sentenza di Primo Grado
L’ordinanza in esame scaturisce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa in data 22 novembre 2024. Sebbene il documento non entri nel dettaglio dei fatti che hanno portato alla condanna, esso certifica l’avvio del procedimento di legittimità. L’atto menziona le figure chiave del processo: il Presidente del collegio giudicante e il Consigliere Relatore, incaricato di esporre la causa. Questo tipo di documento serve a formalizzare l’impugnazione e a dare avviso alle parti coinvolte, segnando un passo cruciale nel percorso giudiziario.
La Struttura dell’Ordinanza e il Ruolo del Ricorso in Cassazione
L’ordinanza è un atto giudiziario che, in questo contesto, svolge una funzione prevalentemente ordinatoria. La sua struttura è essenziale e formale. In intestazione troviamo i dati identificativi del procedimento, come la sezione della Corte e l’anno di riferimento. Vengono poi indicati i ruoli chiave: il Presidente, che dirige l’udienza, e il Relatore, che ha il compito di sintetizzare i termini della questione giuridica.
Il cuore dell’atto è la menzione del ricorso in Cassazione proposto dalla parte interessata. È importante sottolineare che la Corte di Cassazione non è un giudice di terzo grado che riesamina i fatti, ma un giudice di legittimità. Il suo compito non è stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente. L’ordinanza, quindi, non anticipa alcuna decisione sul merito, ma si limita a registrare l’avvio di questa fondamentale fase di controllo di legalità.
Le Motivazioni
Il documento analizzato, essendo un’ordinanza preliminare, non contiene le motivazioni della decisione finale. In una sentenza definitiva, la sezione dedicata alle motivazioni è di fondamentale importanza. Qui, la Corte di Cassazione esporrebbe il ragionamento giuridico che l’ha portata ad accogliere o a respingere i motivi del ricorso. I giudici analizzerebbero punto per punto le censure mosse dal ricorrente alla sentenza impugnata, verificando la presenza di eventuali violazioni di legge o vizi di motivazione. Le motivazioni rappresentano il cuore della decisione, in quanto spiegano il perché della pronuncia e costituiscono un precedente per casi futuri.
Le Conclusioni
Analogamente alle motivazioni, le conclusioni sono assenti in questo atto interlocutorio. In una pronuncia finale, la parte conclusiva, chiamata ‘dispositivo’, contiene la decisione vera e propria della Corte. Le conclusioni di un ricorso in Cassazione possono essere di vario tipo: il rigetto del ricorso, che rende definitiva la condanna; l’annullamento della sentenza senza rinvio, quando la Corte decide direttamente la causa; oppure l’annullamento con rinvio a un altro giudice, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione. La decisione finale ha implicazioni pratiche decisive per le sorti processuali del ricorrente.
Cos’è un ricorso in Cassazione?
È l’atto con cui si impugna una sentenza di fronte alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio, per contestare non i fatti del caso ma la corretta applicazione delle norme giuridiche da parte dei giudici precedenti.
Chi sono le figure principali menzionate nell’ordinanza di un’udienza in Cassazione?
Le figure menzionate sono il Presidente del collegio, che ha il compito di dirigere l’udienza, e il Consigliere Relatore, il giudice incaricato di studiare e presentare la causa agli altri membri del collegio giudicante.
Qual è stata la decisione della Corte nel caso specifico?
Il documento fornito è un’ordinanza che si limita a registrare la proposizione del ricorso e a dare avviso alle parti. Non contiene la decisione finale sul merito dell’appello.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29981 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29981 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 01/04/1997
avverso la sentenza del 22/11/2024 del TRIBUNALE di PAVIA
Crato -ervvisma+fe -rmite udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe esaminati gli atti e il provvedimento
impugnato;
ritenuto che deve ritenersi inammissibile il ricorso per cassazione avverso la senten applicativa della pena con cui si deduca, come nel caso di specie, l’assenza di motivazione quant
alla verifica inerente alla sussistenza di ragioni fondanti una pronunzia ex art 129 cpp, a che l’art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen., introdotto dalla legge 23 giugno 2017 n. 103, li
l’impugnabilità della pronuncia alle sole ipotesi di violazione di legge in esso tassativam indicate, tra le quali non può annoverarsi quella ora in disamina;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso, dichiarata de plano ai sensi dell’art. 610,
5 – bis
cod.proc.pen. fanno seguito le pronunce di cui all’art. 616 dello stesso codice;
PQM
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle Ammende.
Così deciso il 14 aprile 2025 .