Ricorso in Cassazione: Cosa Significa l’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto. L’ordinanza che analizziamo oggi è un esempio perfetto di un atto processuale che, sebbene apparentemente semplice, segna un passo fondamentale in questo complesso iter. Questo documento, pur non decidendo la controversia, ne scandisce il cammino verso la decisione finale.
Il Contesto del Provvedimento Giudiziario
Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione. Essa si inserisce nel contesto di un ricorso in Cassazione presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. In parole semplici, l’imputato, non soddisfatto della decisione dei giudici di secondo grado, ha chiesto alla Suprema Corte di verificare la legittimità di quella pronuncia.
Analisi degli Elementi dell’Ordinanza
L’ordinanza contiene informazioni essenziali che definiscono la cornice processuale del ricorso:
* Le Parti Coinvolte: Viene identificato il soggetto che ha proposto il ricorso.
* Il Provvedimento Impugnato: Si specifica quale decisione viene contestata, in questo caso una sentenza della Corte d’Appello di Bari del 28 maggio 2024.
* La Composizione del Collegio: Sono indicati il Presidente e il Relatore, figure chiave nella gestione e decisione del caso.
* La Data dell’Udienza: Viene fissato il giorno in cui il ricorso sarà discusso, il 17 gennaio 2025.
Questi elementi, insieme, costituiscono la ‘carta d’identità’ del procedimento dinanzi alla Cassazione.
L’Importanza della Procedura di Ricorso in Cassazione
La fase introdotta da questa ordinanza è di natura prettamente organizzativa. La Corte, dopo aver ricevuto il ricorso, fissa un’udienza per la discussione. La Settima Sezione Penale, in particolare, svolge spesso un ruolo di ‘filtro’, esaminando l’ammissibilità dei ricorsi. La comunicazione dell’udienza alle parti garantisce il rispetto del principio del contraddittorio, permettendo loro di preparare le proprie difese.
Le motivazioni
È fondamentale sottolineare che il documento analizzato è un’ordinanza di fissazione d’udienza e, come tale, non contiene le motivazioni della decisione finale sul ricorso. Le motivazioni sono il cuore di ogni provvedimento giudiziario, in quanto spiegano il ragionamento logico-giuridico che ha condotto i giudici a una determinata conclusione. In questo caso, le motivazioni saranno esposte nel provvedimento (sentenza o ordinanza) che verrà emesso all’esito dell’udienza del 17 gennaio 2025. Esse affronteranno i singoli motivi di ricorso presentati dalla difesa, stabilendo se la sentenza della Corte d’Appello abbia violato o applicato erroneamente la legge.
Le conclusioni
In conclusione, l’ordinanza esaminata rappresenta un tassello indispensabile, ma preliminare, del giudizio di legittimità. Essa attesta che un ricorso in Cassazione è stato formalmente avviato e calendarizzato. L’esito del procedimento dipenderà dalla discussione in udienza e dalla successiva deliberazione della Corte, che potrà dichiarare il ricorso inammissibile, rigettarlo o accoglierlo, con conseguente annullamento (con o senza rinvio) della sentenza impugnata. Questo atto, quindi, non anticipa nulla sulla decisione, ma garantisce l’avvio del controllo di legittimità demandato alla Suprema Corte.
Qual è lo scopo di questa ordinanza?
L’ordinanza serve a formalizzare l’avvio del procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione, fissando la data dell’udienza per la discussione del ricorso e indicando le parti e i giudici coinvolti.
Cosa viene impugnato con il ricorso?
Il ricorso è proposto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 28 maggio 2024.
Il documento contiene la decisione finale della Corte?
No, questo documento è un atto interlocutorio che fissa l’udienza. Non contiene alcuna decisione sul merito o sull’ammissibilità del ricorso, che verrà presa solo dopo l’udienza stessa.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20286 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20286 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 17/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a POZZUOLI il 16/07/1967
avverso la sentenza del 28/05/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso proposto da COGNOME COGNOME è inammissibile atteso
che emerge una impugnazione del tutto astratta e generica quanto ai vizi dedotti.
Peraltro il primo motivo attiene al giudizio di responsabilità mentre con il gravame si era solo invocata la fattispecie ex art. 131- bis c.p. Quanto al secondo motivo si
aggiunge che le attenuanti generiche, diversamente da quanto sostenuto, sono state riconosciute, seppure secondo un giudizio di equivalenza.
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che pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
Rilevato condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di
euro 3000 in favore della Cassa delle “nmende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 17.1.2025