Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
L’ordinanza in esame rappresenta un tipico atto emesso nel corso di un ricorso in Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del sistema legale italiano. Sebbene il documento sia estremamente sintetico, offre uno spunto prezioso per comprendere come si svolge questa fase cruciale del processo penale e quale sia il ruolo della Suprema Corte. Analizziamo insieme i passaggi chiave di questo procedimento.
I Fatti Processuali alla Base del Ricorso
Il caso ha origine dal ricorso in Cassazione proposto da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano. Questo significa che l’imputato, dopo essere stato giudicato in primo e secondo grado, ha deciso di impugnare la decisione d’appello, ritenendo che fossero presenti errori di diritto nella sua formulazione. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a valutare la legittimità della sentenza impugnata, non per riesaminare i fatti, ma per verificare la corretta applicazione delle leggi.
La Decisione della Corte: L’Ordinanza
Il documento analizzato è un'”Ordinanza”. Questo tipo di provvedimento, in un contesto come questo, serve spesso a formalizzare lo svolgimento di una fase processuale. Nel caso specifico, l’ordinanza attesta che, in una determinata data, si è tenuta l’udienza, è stata ascoltata la relazione del Consigliere incaricato e la Corte ha preso una decisione. Il testo non entra nel merito della questione né esplicita l’esito del ricorso (accoglimento, rigetto, inammissibilità), limitandosi a documentare che il procedimento è giunto a una conclusione in quella data.
Il Ruolo del Consigliere Relatore
Un aspetto menzionato nel documento è la relazione svolta dal Consigliere Relatore. Questa figura è fondamentale nel giudizio di Cassazione. Il relatore è il giudice del collegio che studia approfonditamente gli atti del processo e il ricorso presentato, per poi esporre i punti salienti e le questioni giuridiche agli altri membri del collegio giudicante, fornendo una base informativa essenziale per la deliberazione finale.
Le Motivazioni del Ricorso in Cassazione
Sebbene il documento non riporti le motivazioni, è importante capire cosa la Cassazione valuta. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di merito. La Corte non può rivalutare le prove o stabilire una diversa ricostruzione dei fatti. Il suo compito è esclusivamente quello di controllare la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura. I motivi di ricorso possono riguardare, ad esempio, la violazione di una legge, l’errata interpretazione di una norma, vizi procedurali o un’illogicità manifesta nella motivazione della sentenza d’appello. La decisione della Corte, che sarà contenuta per esteso nel testo completo del provvedimento, si baserà unicamente sulla valutazione di questi specifici profili di legittimità.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Ordinanza
L’ordinanza segna un momento decisivo. La decisione presa dalla Corte di Cassazione in quella data determinerà l’esito finale del processo. Le possibili conclusioni di un ricorso in Cassazione sono diverse:
* Rigetto: Il ricorso viene respinto e la sentenza della Corte d’Appello diventa definitiva.
* Annullamento senza rinvio: La Corte annulla la sentenza impugnata senza che sia necessario un nuovo processo, ad esempio perché il reato è prescritto.
* Annullamento con rinvio: La Corte annulla la sentenza e rimanda il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio, indicando i principi di diritto a cui attenersi.
* Inammissibilità: Il ricorso non viene neppure esaminato nel merito perché privo dei requisiti formali richiesti dalla legge.
In conclusione, anche un documento così breve è una tessera fondamentale nel mosaico processuale, che segna il compimento del giudizio di legittimità e conduce alla definizione della vicenda giudiziaria.
Cos’è un ricorso in Cassazione?
È l’atto con cui si impugna una sentenza di secondo grado davanti alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio, per contestare presunti errori di diritto e non di fatto.
Qual è l’oggetto del provvedimento analizzato?
L’oggetto è un ricorso presentato da un imputato contro la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in una data precedente.
Quale tipo di decisione è stata emessa nel documento?
È stata emessa un’Ordinanza, un provvedimento che in questo caso attesta formalmente che la Corte ha tenuto un’udienza e ha preso una decisione in una specifica data.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28062 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28062 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a LEGNANO il 11/07/1960
avverso la sentenza del 11/12/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché l’unica censura prospettata – riferita a sopravvenuta estinzione per prescrizione della truffa commessa il 17 giugno 2016- replica una
doglianza già prospettata innanzi alla Corte del merito e da questa disattesa con argomenti giuridicamente corretti dando conto della definitività del giudizio di responsabilità caduto su t
fatto e dei conseguenti limiti del devoluto riferito dalla sentenza rescindente al giudice del rin limitato unicamente alla ridefinizione del trattamento sanzionatorio da irrogare per tale reato
esito all’annullamento senza rinvio disposto con riguardo ad altro fatto di reato, in orig considerato nella condanna complessivamente comminata al ricorrente;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 co proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.