Ricorso in Cassazione: Cosa Significa un’Ordinanza Preliminare?
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e spesso evoca immagini di complesse battaglie legali. Tuttavia, prima di arrivare a una sentenza definitiva, il processo è scandito da una serie di atti procedurali, come l’ordinanza in esame. Questo documento, pur essendo sintetico, ci offre uno spaccato fondamentale del funzionamento della Corte Suprema, mostrando i passaggi formali che precedono la decisione sul merito.
I Fatti Processuali
Il caso in analisi ha origine dal ricorso in Cassazione presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 2 ottobre 2024. Il documento della Suprema Corte, un’ordinanza, non entra nel vivo della vicenda, ma si limita a certificare alcuni passaggi procedurali essenziali. In particolare, attesta che:
1. È stato dato avviso dell’udienza a tutte le parti coinvolte nel procedimento.
2. È stata ascoltata la relazione sul caso svolta dal Consigliere Relatore, il giudice incaricato di esporre i fatti e le questioni giuridiche al collegio giudicante.
Questi elementi indicano che il processo ha formalmente avuto inizio davanti alla Corte di Cassazione, preparando il terreno per le successive fasi decisionali.
Il Ruolo dell’Ordinanza nel Ricorso in Cassazione
Un’ordinanza come quella in esame non deve essere confusa con una sentenza. Mentre la sentenza decide la controversia, l’ordinanza ha una funzione prettamente ordinatoria e procedurale. Essa serve a regolare lo svolgimento del processo, garantendo il corretto contraddittorio tra le parti e la preparazione adeguata del collegio giudicante. In questo contesto, l’ordinanza attesta che la macchina della giustizia si è mossa, rispettando i passaggi formali previsti dalla legge.
Le Motivazioni
L’ordinanza in oggetto è priva di motivazioni sul merito del ricorso. Questa assenza non è una mancanza, ma è intrinseca alla natura dell’atto. La sua funzione non è quella di spiegare perché una parte ha torto o ragione, ma solo di registrare che l’iter processuale sta avanzando correttamente. Le motivazioni giuridiche che affronteranno le censure mosse con il ricorso in Cassazione saranno contenute nella sentenza finale che il collegio emetterà al termine della camera di consiglio o dell’udienza pubblica.
Le Conclusioni
In conclusione, sebbene un’ordinanza di questo tipo possa apparire scarna, essa riveste un’importanza cruciale per la trasparenza e la correttezza del procedimento. Documenta il rispetto delle garanzie processuali, come l’informazione alle parti e l’esposizione del caso da parte del Relatore. Per le parti coinvolte, rappresenta la conferma che il loro ricorso è stato preso in carico e sta seguendo il suo corso verso la decisione finale. Per chi studia il diritto, è un esempio pratico di come anche gli atti più semplici siano tessere indispensabili nel complesso mosaico del processo penale.
Che tipo di provvedimento è stato emesso?
È stata emessa un’ordinanza, un atto con cui il giudice regola lo svolgimento del processo senza decidere nel merito della questione.
Qual è l’oggetto del procedimento davanti alla Corte?
Il procedimento riguarda un ricorso proposto contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma del 2 ottobre 2024.
Cosa stabilisce l’ordinanza?
L’ordinanza attesta che è stato dato avviso alle parti e che è stata ascoltata la relazione del Consigliere designato, certificando il corretto svolgimento delle fasi preliminari dell’udienza in Cassazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28041 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28041 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOMECOGNOME nato il 29/07/1995
avverso la sentenza del 02/10/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di El COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti, il provvedimento impugnato e la memoria trasmessa nell’interesse del ricorrente;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché replica profili di censura già adeguatament vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corretti, puntuali ris
al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emergenze acquisite oltre ch immuni da manifeste incongruenze logiche avuto riguardo al contributo concorsuale ascritto al
ricorrente quanto alla condotta di resistenza contestata nell’occasione rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.