Il Ricorso in Cassazione: Un Caso Pratico di Procedura Penale
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte per comprendere meglio il suo funzionamento e le sue dinamiche.
Il caso in esame trae origine da un’impugnazione presentata da un imputato contro una sentenza emessa da un Tribunale. La questione è giunta al vaglio della settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha pronunciato la propria decisione dopo l’udienza.
I Fatti Processuali alla Base del Ricorso
Sebbene il documento non entri nel merito della vicenda, possiamo ricostruire l’iter processuale che ha condotto alla decisione della Suprema Corte.
1. Sentenza di Primo Grado: Un Tribunale ha emesso una sentenza in materia penale nei confronti di un individuo.
2. Proposizione del Ricorso: L’imputato, ritenendo la sentenza viziata per motivi di legittimità, ha proposto un ricorso in Cassazione per chiederne l’annullamento.
3. Assegnazione alla Sezione: Il ricorso è stato assegnato alla settima Sezione Penale, spesso incaricata di trattare le questioni di ammissibilità.
4. Udienza e Decisione: Si è tenuta l’udienza, durante la quale il Consigliere Relatore ha esposto i termini della questione al collegio, che ha poi deliberato emettendo un’ordinanza.
L’Ordinanza della Corte di Cassazione
La Corte ha deciso la causa con un’ordinanza. Questo tipo di provvedimento è tipicamente utilizzato per risolvere questioni procedurali. Nel contesto del ricorso in Cassazione, specialmente davanti alla settima Sezione, l’ordinanza è spesso lo strumento con cui si dichiara l’inammissibilità del ricorso stesso, senza scendere nell’analisi del merito dei motivi proposti. Ciò avviene quando l’atto di impugnazione presenta vizi formali o quando i motivi addotti non rientrano tra quelli consentiti dalla legge per un giudizio di legittimità.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame non esplicita le motivazioni della decisione. Tuttavia, in casi simili, le ragioni che portano a una declaratoria di inammissibilità possono essere molteplici. Ad esempio, il ricorso potrebbe essere stato presentato fuori termine, oppure i motivi potrebbero essere stati formulati in modo generico o mirare a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità. La Corte di Cassazione, infatti, non è un ‘terzo grado di giudizio’ sul fatto, ma un giudice della corretta applicazione del diritto (ius constitutionis) e dell’osservanza delle norme processuali (ius in constitutione).
Conclusioni
Questa ordinanza, pur nella sua concisione, ci ricorda la natura e la funzione del ricorso in Cassazione. Non è una terza possibilità di esaminare le prove, ma un rimedio straordinario volto a garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali. La decisione di inammissibilità, puramente processuale, ha l’effetto di rendere definitiva la sentenza impugnata, chiudendo irrevocabilmente la vicenda giudiziaria. Ciò sottolinea l’importanza fondamentale di redigere un ricorso tecnicamente ineccepibile, focalizzato esclusivamente sui vizi di legittimità, per superare il severo vaglio di ammissibilità della Suprema Corte.
Cosa significa che la Corte di Cassazione decide con un’ordinanza?
Significa che la Corte ha emesso un provvedimento che, tipicamente, risolve questioni di natura procedurale. Nel contesto di un ricorso, spesso un’ordinanza ne dichiara l’inammissibilità senza analizzare il merito dei motivi.
Qual è l’oggetto del ricorso in questo caso?
Il ricorso è stato proposto avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Castrovillari in data 23 gennaio 2025. Non vengono specificati i dettagli del reato o della condanna.
Chi sono le figure chiave menzionate nel provvedimento?
Le figure menzionate sono il Presidente del collegio giudicante (che presiede l’udienza), il Consigliere Relatore (che studia e riferisce sulla causa) e l’imputato che ha proposto il ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27115 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27115 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 17/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a COSENZA il 16/09/1976
avverso la sentenza del 23/01/2025 del TRIBUNALE di CASTROVILLARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
rilevato che nelle more del giudizio il ricorrente ha rinunciato
all’impugnazione pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile;
considerato che a ciò consegue per il disposto dell’art. 616 c.p.p., la
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali nonché al versamento, in favore della Cassa delle ammende, di una somma che,
considerati i profili di colpa emergenti dal ricorso, si determina equitativamente in Euro 500,00.
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro 500,00 in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso, il 17 giugno 2025.