Ricorso in Cassazione: Come Funziona il Giudizio di Legittimità
L’ordinamento giuridico italiano prevede diversi gradi di giudizio per garantire una giustizia ponderata e precisa. L’ultimo grado è rappresentato dal ricorso in Cassazione, un momento cruciale che non riesamina i fatti, ma valuta la corretta applicazione del diritto. Analizziamo un’ordinanza per comprendere meglio i primi passi di questo fondamentale procedimento.
I Fatti Processuali alla Base del Ricorso
Il documento in esame è un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione in ambito penale. Essa certifica la presentazione di un ricorso da parte di un imputato avverso una sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo. Questo atto segna l’avvio del cosiddetto ‘giudizio di legittimità’, durante il cuale la Suprema Corte verificherà se i giudici dei gradi precedenti abbiano interpretato e applicato correttamente le norme di legge.
La Struttura dell’Ordinanza e il suo Significato
L’ordinanza è un atto giudiziario che, a differenza della sentenza, non definisce il merito della causa ma regola lo svolgimento del processo. In questo caso, il documento serve a formalizzare l’esistenza del ricorso e a compiere gli atti necessari per la sua trattazione.
Gli elementi indicati sono essenziali:
– Presidente e Relatore: Vengono identificati i magistrati che compongono il collegio giudicante. Il Presidente dirige l’udienza, mentre il Relatore è il giudice che ha studiato approfonditamente il fascicolo e ne riferirà i contenuti al collegio.
– Parti Coinvolte: Viene menzionato il ricorrente, ossia la persona che ha impugnato la decisione della Corte d’Appello.
– Provvedimento Impugnato: Si specifica quale decisione è oggetto del ricorso, in questo caso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo.
Questa ordinanza, dunque, non contiene una decisione sul caso, ma è la fotografia di un momento procedurale, l’inizio del percorso di un fascicolo presso l’ultimo grado di giudizio.
Le Motivazioni di un Ricorso in Cassazione
Anche se il documento non le esplicita, è utile comprendere quali sono i motivi tipici che possono fondare un ricorso in Cassazione. La legge prevede cause ben precise, che non riguardano una nuova valutazione dei fatti (‘Non si può chiedere alla Cassazione di stabilire se il testimone Tizio fosse credibile’), ma esclusivamente vizi di legittimità. Tra i principali motivi vi sono:
Violazione di Legge
Si verifica quando il giudice di merito ha applicato una norma errata o ha interpretato una norma corretta in modo sbagliato.
Vizi di Motivazione
La sentenza impugnata può essere annullata se la motivazione è mancante, palesemente illogica o contraddittoria. La Corte non crea una nuova motivazione, ma controlla che quella esistente sia razionale e coerente.
Errori Procedurali
Il ricorso può basarsi sulla violazione di norme procedurali che hanno causato un pregiudizio ai diritti della difesa durante i precedenti gradi di giudizio.
Conclusioni: L’Iter del Processo Penale
L’ordinanza analizzata rappresenta un tassello fondamentale nel complesso mosaico del processo penale. Essa dimostra che il sistema offre strumenti di garanzia fino all’ultimo grado di giudizio, assicurando che ogni decisione sia sottoposta a un rigoroso controllo di legalità. Dopo questo atto iniziale, il processo proseguirà con l’udienza, durante la quale le parti esporranno le proprie ragioni, e si concluderà con la sentenza della Corte di Cassazione, che potrà confermare, annullare con o senza rinvio la decisione impugnata, segnando così l’esito definitivo della vicenda giudiziaria.
Che cos’è un ricorso in Cassazione?
È un mezzo di impugnazione con cui si chiede alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giurisdizione, di verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. Non è un terzo processo sui fatti, ma un controllo di legittimità.
Qual è la differenza tra un’Ordinanza e una Sentenza?
L’Ordinanza, come quella in esame, è un provvedimento che regola lo svolgimento del processo e risolve questioni procedurali. La Sentenza, invece, è l’atto con cui il giudice decide nel merito la controversia, concludendo un grado di giudizio.
Chi è il ‘Relatore’ in un procedimento giudiziario?
Il Relatore è il giudice, membro di un collegio giudicante, a cui viene affidato lo studio approfondito del caso. Durante l’udienza, egli espone i fatti, le questioni giuridiche e le ragioni del ricorso agli altri giudici per facilitare la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 25220 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 25220 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 06/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SANTA FLAVIA il 30/12/1973
avverso la sentenza del 03/10/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
Ritenuto che il motivo unico dedotto dal ricorrente è manifestamente infondato considerato che per integrare il reato di oltraggio non è richiesto che le
espressioni offensive rivolte al pubblico ufficiale siano contemporanee al compimento dell’atto di ufficio, essendo sufficiente che trovino causa nel suo
compimento purchè avvenute in un medesimo contesto, e tale profilo temporale che investe la ricostruzione del fatto non era stato neppure dedotto in appello con
uno specifico motivo;
ex rilevato che dalla inammissibilità del ricorso consegue
art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in
favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000,00 in favore della cassa delle
ammende.
Così deciso il 6 giugno 2025
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Il Consigliere estensore
Il Presidente