Il Ricorso in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Procedurale
Il percorso della giustizia è scandito da tappe formali e sostanziali. Quando si parla di ricorso in Cassazione, ci si riferisce al grado più alto di giudizio, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge. L’ordinanza che analizziamo oggi è un esempio perfetto di uno di questi passaggi formali, un atto che, pur non decidendo la controversia, ne costituisce un tassello fondamentale.
Il Contesto: Dal Giudizio di Appello al Vertice della Giurisdizione
Il documento in esame nasce da un’impugnazione. Un imputato, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze, ha deciso di presentare un ricorso in Cassazione. Questo strumento non consente di rimettere in discussione come si sono svolti i fatti, ma serve a denunciare eventuali errori di diritto (violazioni di legge o vizi di motivazione) commessi dai giudici dei gradi precedenti. La Suprema Corte, quindi, agisce come ‘giudice della legge’, garantendo uniformità nell’interpretazione del diritto su tutto il territorio nazionale.
L’Ordinanza della Suprema Corte: Un Atto Interlocutorio
L’ordinanza emessa dalla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione non è la sentenza finale sul caso, bensì un atto che certifica l’avanzamento del procedimento. Nello specifico, il documento attesta che:
1. È stato proposto un ricorso.
2. Le parti sono state regolarmente avvisate dell’udienza.
3. Si è tenuta l’udienza, durante la quale il Consigliere Relatore ha esposto i fatti e le questioni giuridiche del caso.
Questo tipo di provvedimento è dunque ‘interlocutorio’, ovvero si inserisce nel corso del processo per regolarne lo svolgimento, preparando il terreno per la decisione finale.
Il Ruolo del Consigliere Relatore
La figura del Consigliere Relatore, menzionata nel testo, è centrale. È il giudice a cui viene assegnato il fascicolo del ricorso in Cassazione per uno studio approfondito. Durante l’udienza, egli presenta una ‘relazione’ al collegio giudicante, riassumendo i motivi del ricorso, le sentenze precedenti e le questioni di diritto da risolvere. La sua relazione è il punto di partenza per la discussione in camera di consiglio, che porterà poi alla decisione finale.
Le Motivazioni
È fondamentale sottolineare che il documento analizzato, essendo una sorta di verbale d’udienza in forma di ordinanza, non contiene le motivazioni della decisione. La motivazione è il cuore di ogni provvedimento giudiziario, la parte in cui il giudice spiega il ragionamento logico-giuridico che lo ha condotto a una determinata conclusione. Sarà nel testo della sentenza o dell’ordinanza definitiva che la Corte espliciterà le ragioni per cui il ricorso è stato accolto, respinto o dichiarato inammissibile. L’assenza di motivazioni in questo specifico atto è quindi normale, data la sua natura puramente procedurale.
Conclusioni
In conclusione, l’ordinanza esaminata ci offre uno spaccato del funzionamento del processo penale davanti alla Corte di Cassazione. Pur non rivelando l’esito del giudizio, ci mostra l’importanza dei passaggi formali che garantiscono il corretto svolgimento del ricorso in Cassazione. Ogni atto, anche quello apparentemente più semplice, è un ingranaggio indispensabile nella complessa macchina della giustizia, volto ad assicurare che la decisione finale sia ponderata e conforme alla legge.
Qual è l’oggetto del provvedimento analizzato?
L’ordinanza riguarda un ricorso in Cassazione proposto contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze in materia penale.
Che tipo di decisione contiene questa ordinanza?
Il documento è un’ordinanza interlocutoria che non decide nel merito il ricorso. Esso si limita ad attestare che si è tenuta l’udienza, con la relazione del consigliere incaricato, un passaggio procedurale necessario prima della decisione finale.
Quali sono le figure chiave menzionate nell’atto?
Le figure menzionate sono il Presidente del collegio giudicante, che dirige l’udienza, il Consigliere Relatore, che espone la causa, e il ricorrente, ovvero la parte che ha impugnato la sentenza di secondo grado.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16725 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16725 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a CATANIA il 07/04/1981
avverso la sentenza del 14/03/2024 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
7
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sèntenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché replica profili di censura già adeguatamen vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corretti, puntuali ri
al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emergenze acquisite oltre c immuni da manifeste incongruenze logiche rispetto alla denegata rinnovazione istruttoria
afferente alla audizione del Maresciallo COGNOME e alla acquisizione della consulenza informat allegata all’appello
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 20 gennaio 2025.