Ricorso in Cassazione: Come si Svolge un Giudizio di Legittimità
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione della legge. Analizzando un’ordinanza emessa dalla Suprema Corte, possiamo comprendere meglio i passaggi formali che caratterizzano questo importante procedimento. Il documento in esame, pur essendo sintetico, ci offre uno spaccato significativo dell’iter processuale penale di fronte alla Corte.
L’Analisi del Provvedimento: I Dati Formali
Ogni provvedimento della Corte di Cassazione inizia con un’intestazione che contiene informazioni essenziali. Troviamo indicata la Sezione (in questo caso la Settima Penale), il nome del Presidente del collegio e del Consigliere Relatore. Quest’ultimo ha un ruolo fondamentale: è il giudice che studia in modo approfondito il caso e ne presenta una sintesi (la ‘relazione’) agli altri membri del collegio durante l’udienza. Viene inoltre specificata la data dell’udienza, che segna l’inizio della fase decisionale.
Il Contesto del Ricorso in Cassazione Penale
Il documento in esame nasce da un ricorso proposto contro una sentenza emessa da una Corte d’Appello. Questo significa che l’imputato, dopo essere stato giudicato in primo e secondo grado, ha deciso di portare il suo caso davanti alla Suprema Corte. È importante sottolineare che il ricorso in Cassazione non è un terzo processo sul fatto, ma un controllo di legittimità. La Corte non valuta se l’imputato sia colpevole o innocente, ma verifica se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e di procedura.
Le Motivazioni
Le motivazioni, che costituiscono il cuore di ogni provvedimento giudiziario, non sono esplicitate nel frammento di documento in esame, che si limita a registrare l’avvio della fase decisoria. Tuttavia, in un’ordinanza completa o in una sentenza, la Corte di Cassazione espone dettagliatamente il ragionamento logico-giuridico che ha condotto alla sua decisione. Le motivazioni spiegherebbero, ad esempio, perché un motivo di ricorso è stato accolto o respinto, citando le norme di riferimento e la giurisprudenza consolidata. La loro funzione è garantire la trasparenza e permettere di comprendere l’applicazione della legge al caso concreto.
Le Conclusioni
In conclusione, sebbene il documento analizzato sia di natura puramente interlocutoria e non contenga la decisione finale sul merito, esso offre uno spaccato essenziale del formalismo che governa il processo penale di legittimità. Ogni fase, dalla presentazione del ricorso in Cassazione alla relazione del Consigliere, è un tassello di un meccanismo complesso volto a garantire l’uniforme interpretazione della legge. L’esito di questa procedura, che si concretizzerà nel dispositivo finale (annullamento, rigetto o inammissibilità), determinerà in modo definitivo la sorte del giudizio impugnato.
Chi sono i soggetti principali in un procedimento davanti alla Corte di Cassazione?
I soggetti principali menzionati nel provvedimento sono il ricorrente (la persona che impugna la sentenza), il Presidente del collegio giudicante e il Consigliere Relatore, che ha il compito di esporre i fatti e le questioni giuridiche del caso.
Contro quale tipo di provvedimento si propone un ricorso in Cassazione?
Dal documento si evince che il ricorso è stato proposto avverso una sentenza di una Corte d’Appello, che rappresenta il secondo grado di giudizio nel sistema giudiziario italiano.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore?
Il Consigliere Relatore, come indicato nell’ordinanza, svolge la relazione del caso durante l’udienza. Questo significa che studia approfonditamente gli atti e riassume i punti salienti del ricorso e della sentenza impugnata al resto del collegio giudicante.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16745 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16745 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a PALERMO il 27/08/1997
avverso la sentenza del 20/03/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
7
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME
. Cintura avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti legge in sede di legittimità in quanto, in termini di intrinseca aspecificità, ribadiscono p
censura già adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con argoment giuridicamente corretti, puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerent
riguardo alle emergenze acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche in relazione alla accertata responsabilità del ricorrente per l’evasione contestata, alla sussist
del dolo anche con riguardo alla inapplicabilità alla specie dell’art 54 cp, infine alla r inconferenza della rivendicata applicabilità della causa di non punibilità di cui all’ad 131 b
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle
ammende.
Così deciso in data 20 gennaio 2025.