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Ricorso in Cassazione: analisi di un’ordinanza

La Corte di Cassazione, Sezione Penale, ha emesso un’ordinanza su un ricorso in Cassazione proposto da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. L’ordinanza, emessa dopo aver notificato le parti e ascoltato la relazione del consigliere, rappresenta una fase del giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: L’Iter di un’Ordinanza Penale

L’analisi di un provvedimento giudiziario permette di comprendere le dinamiche del sistema legale. Oggi esaminiamo un’ordinanza della Corte di Cassazione, un documento che, sebbene preliminare, ci offre spunti essenziali sul funzionamento del ricorso in Cassazione in ambito penale. Questo tipo di atto rappresenta una fase cruciale nel percorso di un imputato che contesta una sentenza di condanna emessa in secondo grado.

I Fatti Processuali

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Caltanissetta in data 7 marzo 2024. Non disponendo del contenuto della sentenza di merito, ci concentriamo sugli aspetti procedurali. L’imputato ha scelto di adire la Corte di Cassazione, l’organo supremo della giurisdizione, per contestare la decisione dei giudici d’appello. Il documento che analizziamo è l’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Cassazione, presieduta da un Presidente e con un Consigliere Relatore designato per lo studio del caso.

L’importanza del ricorso in Cassazione

Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio in cui si riesaminano i fatti. È un ‘giudizio di legittimità’, il cui scopo è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. La Corte ascolta la relazione del Consigliere Relatore, che riassume i motivi del ricorso e le questioni giuridiche sollevate, prima di deliberare.

La Decisione della Corte

Il documento in nostro possesso costituisce l’intestazione e l’inizio dell’ordinanza. Esso non riporta il ‘dispositivo’, ovvero la parte del provvedimento che contiene la decisione finale della Corte sul ricorso. Di conseguenza, l’esito del giudizio – che potrebbe essere di inammissibilità, rigetto o annullamento della sentenza impugnata – non è desumibile dal testo fornito. L’ordinanza si limita a dare atto della costituzione del collegio, della proposizione del ricorso e dell’avvenuta relazione orale.

Le Motivazioni

Le motivazioni, ovvero le ragioni di diritto che hanno guidato la Corte nella sua decisione, non sono presenti nel frammento di testo analizzato. In un’ordinanza completa, questa sezione seguirebbe l’esposizione dei fatti e spiegherebbe perché il ricorso è stato accolto, respinto o dichiarato inammissibile, citando le norme di legge e i precedenti giurisprudenziali pertinenti.

Conclusioni

In conclusione, sebbene il documento non ci sveli l’esito finale della vicenda, esso è emblematico di un momento fondamentale del processo penale. Illustra la struttura formale di un atto della Corte di Cassazione e la procedura seguita in udienza. L’analisi ci ha permesso di approfondire la funzione del ricorso in Cassazione come strumento di garanzia della corretta applicazione della legge, sottolineando il ruolo cruciale del Consigliere Relatore e del collegio giudicante nel valutare la legittimità delle decisioni dei giudici di merito.

Qual è l’oggetto del provvedimento analizzato?
L’oggetto è un’ordinanza della settima sezione penale della Corte di Cassazione, emessa in seguito a un ricorso proposto da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta del 7 marzo 2024.

Qual è il ruolo del Consigliere Relatore menzionato nel testo?
Il Consigliere Relatore è il giudice del collegio che ha il compito di studiare approfonditamente il ricorso e di esporre, tramite una relazione orale in udienza, i fatti di causa e le questioni giuridiche sollevate, per permettere al collegio di decidere.

La Corte di Cassazione riesamina i fatti del processo?
No, sulla base del provvedimento si evince che si tratta di un giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione non riesamina i fatti, ma si limita a verificare che la legge sia stata interpretata e applicata correttamente dai giudici dei gradi inferiori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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