Ricorso in Cassazione: Cosa Significa Ricevere un’Ordinanza dalla Suprema Corte?
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un momento cruciale in cui non si discutono più i fatti, ma la corretta applicazione delle norme di diritto. Analizziamo una recente ordinanza della Settima Sezione Penale per comprendere meglio questo procedimento. Sebbene il documento a nostra disposizione sia formale e non entri nel merito della vicenda, ci offre spunti preziosi sull’iter processuale e sul funzionamento della Suprema Corte.
L’Iter del Ricorso in Cassazione
Un procedimento penale, dopo la sentenza di primo grado, può essere oggetto di appello. La decisione della Corte d’Appello, a sua volta, può essere impugnata davanti alla Corte di Cassazione. È esattamente ciò che è accaduto nel caso di specie: un imputato ha presentato ricorso avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di una grande città del sud Italia in data 20 settembre 2024. Il ricorso avvia la fase di legittimità, dove la Cassazione valuta se i giudici dei gradi precedenti abbiano commesso errori di diritto.
L’Ordinanza della Suprema Corte: Un’Analisi Procedurale
L’atto che analizziamo è un’ordinanza, un provvedimento con cui la Corte decide su specifiche questioni. In questo caso, il documento formalizza la decisione presa all’esito dell’udienza del 26 maggio 2025. Vengono indicati gli elementi essenziali del procedimento: la sezione della Corte, il Presidente del collegio giudicante e il Consigliere Relatore, ossia il giudice incaricato di esporre i fatti e le questioni giuridiche ai colleghi. Questi elementi, pur essendo formali, garantiscono la trasparenza e la corretta costituzione dell’organo giudicante.
Il Ruolo del Presidente e del Relatore
Nel contesto di un ricorso in Cassazione, il Presidente dirige l’udienza e il lavoro del collegio giudicante, assicurando il corretto svolgimento del processo. Il Relatore, invece, ha un ruolo fondamentale: è colui che studia approfonditamente il ricorso, gli atti del processo e la sentenza impugnata. Durante l’udienza, svolge una relazione sintetica ma completa, delineando i motivi di ricorso e le questioni di diritto da risolvere, fornendo così al collegio la base per la discussione e la decisione finale.
Le Motivazioni
Sebbene il testo fornito non contenga le motivazioni specifiche della decisione, è in questa sezione che la Corte di Cassazione spiega il perché della sua scelta. Le motivazioni sono il cuore del provvedimento e possono portare a diversi esiti. La Corte potrebbe, ad esempio, dichiarare il ricorso inammissibile per vizi formali o perché manifestamente infondato. Potrebbe rigettarlo, confermando la sentenza d’appello. Oppure, potrebbe accoglierlo, annullando la sentenza impugnata. L’annullamento può essere ‘con rinvio’, se è necessario un nuovo giudizio di merito da parte di un’altra sezione della Corte d’Appello, o ‘senza rinvio’, se la Cassazione può decidere direttamente la causa.
Le Conclusioni
L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione segna la conclusione del percorso giudiziario per l’imputato. La decisione è definitiva e non ulteriormente appellabile, salvo casi eccezionali. Le implicazioni pratiche sono enormi: se il ricorso viene rigettato o dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva e deve essere eseguita. Se, invece, il ricorso viene accolto, si apre un nuovo capitolo processuale che potrebbe portare a un esito completamente diverso. Comprendere la struttura di questi atti è fondamentale per navigare il complesso mondo della giustizia penale.
Chi sono le parti in un procedimento davanti alla Corte di Cassazione?
Le parti principali sono il ‘ricorrente’, cioè colui che impugna la sentenza (in questo caso l’imputato), e il ‘resistente’, che di solito è la Procura Generale presso la Corte di Cassazione. Possono essere presenti anche le parti civili.
Qual è l’atto che viene impugnato con il ricorso in Cassazione?
L’atto impugnato è la sentenza emessa da un giudice di grado inferiore, tipicamente la Corte d’Appello, come indicato nel documento in esame, dove si legge ‘avverso la sentenza del 20/09/2024 della CORTE APPELLO’.
Cosa fa il Consigliere Relatore durante l’udienza?
Il Consigliere Relatore, dopo aver studiato il caso, svolge una relazione in udienza. In questa relazione, espone al collegio giudicante i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche sollevate, fornendo la base per la discussione e la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28053 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28053 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a PALERMO il 28/07/1967
avverso la sentenza del 20/09/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
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letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe esaminati gli atti, il provvedimento impugnato e la memoria trasmessa nell’interesse del
ricorrente;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti dal legge in sede di legittimità in quanto meramente riproduttivi di profili di censura
adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corretti, puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emergenz
acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche sia in relazione alla insussistenza degli estremi utili per l’applicazione della causa di giustificazione invocata, anche sul versa
della mera valenza putativa, sia nel rimarcare l’oggettiva gravità della condotta e l’intensità
dolo quali fattori ostativi all’applicazione dell’ad 131 bis cp;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 co proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.