Ricorso in Cassazione: Come Funziona il Giudizio di Legittimità
Il Ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e svolge una funzione essenziale per garantire l’uniformità e la corretta applicazione del diritto. Analizziamo un’ordinanza emessa dalla Suprema Corte per comprendere meglio le dinamiche di questa fase cruciale del processo penale.
Il Caso in Esame: Un’Ordinanza Procedurale
Il documento in analisi è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione. Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro in data 27 novembre 2024. L’ordinanza attesta lo svolgimento di un’udienza, tenutasi l’11 luglio 2025, durante la quale è stata ascoltata la relazione del Consigliere incaricato. Questo atto, pur non svelando l’esito finale del ricorso, ne certifica un passaggio procedurale fondamentale.
Il Ruolo Cruciale del Ricorso in Cassazione
È importante sottolineare che la Corte di Cassazione non è un terzo grado di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti o valutare nuovamente le prove, attività proprie dei giudici di primo e secondo grado. La funzione della Cassazione, definita come “giudizio di legittimità”, è quella di verificare che i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente le leggi e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e priva di vizi.
La Figura del Consigliere Relatore
Come si evince dal documento, una figura chiave in questo processo è il “Consigliere Relatore”. A questo magistrato viene affidato lo studio preliminare e approfondito degli atti del processo e del ricorso. Durante l’udienza, il Relatore espone al collegio giudicante i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche da affrontare, fornendo così la base per la discussione e la decisione finale.
Le Motivazioni
Il documento esaminato, essendo un estratto di natura formale e procedurale (la cosiddetta “copertina” dell’atto), non entra nel merito delle motivazioni che hanno condotto alla decisione della Corte. In un provvedimento completo, le motivazioni illustrerebbero l’iter logico-giuridico seguito dai giudici per arrivare a una determinata conclusione. Ad esempio, la Corte potrebbe motivare la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per carenza dei requisiti di legge, oppure il rigetto per l’infondatezza dei motivi, o ancora l’accoglimento con l’annullamento della sentenza precedente.
Le Conclusioni
Le conclusioni pratiche di un’ordinanza della Corte di Cassazione sono decisive per le sorti del processo. Sebbene il dispositivo non sia riportato in questo estratto, l’esito di un ricorso in Cassazione può essere di vario tipo: inammissibilità (se il ricorso non rispetta i requisiti formali), rigetto (se i motivi sono infondati, rendendo definitiva la sentenza d’appello), o accoglimento. In quest’ultimo caso, la Corte può annullare la sentenza impugnata con o senza rinvio a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio basato sui principi di diritto stabiliti dalla Cassazione stessa.
Che cos’è un ricorso in Cassazione?
È un mezzo di impugnazione con cui si contesta una sentenza di un giudice di grado inferiore (come la Corte d’Appello) davanti alla Corte di Cassazione, chiedendone l’annullamento per violazione di legge o vizi di motivazione.
Qual è il ruolo del Consigliere Relatore?
Il Consigliere Relatore è il giudice a cui viene assegnato lo studio del caso. Durante l’udienza, egli presenta una relazione al collegio riassumendo i fatti, i motivi del ricorso e le questioni giuridiche rilevanti per la decisione.
Cosa stabilisce l’ordinanza in esame?
L’ordinanza attesta che si è tenuta un’udienza per discutere il ricorso proposto da un’imputata contro una sentenza della Corte d’Appello, e che è stata ascoltata la relazione del Consigliere. Non specifica l’esito del ricorso, ma ne certifica un passaggio formale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29126 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29126 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 11/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a CATANZARO il 15/03/1989
avverso la sentenza del 27/11/2024 della CORTE APPELLO di CATANZARO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
13955/25
Ritenuto che i motivi in tema tenuità di tenuità del fatto ex art. 131-bis c.p. e di eccessività della pena sono inammissibili per genericità, avendo la Corte di appello
di Catanzaro escluso l’oggettiva tenuità del fatto per le modalità del fatto in ragione della gravità delle condotte aggressive, di conseguenza si tratta di valutazioni che
non possono dirsi affette da evidenti vizi logici e quindi non sono suscettibili di una diversa ed autonoma rivalutazione in sede di legittimità;
rilevato che dalla inammissibilità del ricorso consegue ex
art. 616 c.p.p. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in
favore della cassa delle ammende che, in ragione delle questioni dedotte, si stima equo determinare in euro 3000.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della cassa delle
ammende.
Così deciso 1’11 luglio 2025
Il Consi liere estensore
Il Pre GLYPH ente