Ricorso in Cassazione: Cosa ci Dice un’Ordinanza della Suprema Corte
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti, ma si valuta la corretta applicazione della legge da parte dei giudici di merito. Analizziamo oggi un’ordinanza della Suprema Corte per comprendere meglio la struttura e il significato di questi atti, pur in assenza del dettaglio fattuale della vicenda.
L’atto in esame è un’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, che decide sul ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia.
L’Oggetto del Giudizio di Cassazione
Il punto di partenza è sempre una decisione di un giudice di grado inferiore, in questo caso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. La parte che si ritiene lesa da tale decisione, in questo caso l’imputato, ha la facoltà di presentare un ricorso in Cassazione. È fondamentale sottolineare che la Cassazione non è un terzo grado di merito: non può rivalutare le prove o la ricostruzione dei fatti. Il suo compito è assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, nonché il rispetto delle norme sul procedimento.
La Struttura Formale di un’Ordinanza
L’ordinanza, come quella in esame, presenta elementi formali essenziali che ne garantiscono la tracciabilità e la validità:
* Intestazione dell’Ufficio Giudiziario: Indica l’organo che ha emesso il provvedimento (Corte di Cassazione, Sezione Penale).
* Composizione del Collegio: Vengono indicati il Presidente e il Consigliere relatore, figure chiave nel processo decisionale.
* Dati della Causa: Si specificano le parti coinvolte, in forma anonima per la tutela della privacy, e il provvedimento impugnato (la sentenza della Corte d’Appello).
* Svolgimento del Processo: La menzione ‘dato avviso alle parti’ e ‘udita la relazione svolta dal Consigliere’ attesta il corretto svolgimento del procedimento, nel rispetto del contraddittorio.
Il Ruolo del Consigliere Relatore
La figura del Consigliere relatore è centrale. È il magistrato che studia in profondità gli atti, analizza i motivi del ricorso e prepara una relazione dettagliata per il collegio giudicante. Questa relazione, esposta in udienza, costituisce la base sulla quale il collegio discuterà e prenderà la sua decisione. L’ascolto della relazione è un passaggio formale e sostanziale imprescindibile.
Le Motivazioni
Sebbene il documento fornito non contenga il corpo delle motivazioni, questa è la sezione più importante di qualsiasi provvedimento giudiziario. È qui che la Corte spiega il ragionamento giuridico che ha portato alla sua decisione. In un’ordinanza che decide un ricorso in Cassazione, le motivazioni potrebbero dichiarare il ricorso inammissibile (perché mancano i requisiti di legge), manifestamente infondato (quando i motivi sono palesemente errati) o rigettarlo nel merito. Al contrario, potrebbero accoglierlo, annullando la sentenza impugnata con o senza rinvio a un altro giudice.
Le Conclusioni
L’analisi di un’ordinanza, anche se limitata alla sua parte formale, offre spunti importanti sul funzionamento della giustizia. Ci mostra la rigorosa procedura che governa il giudizio di legittimità e il ruolo fondamentale della Corte di Cassazione come garante della corretta applicazione del diritto. Ogni atto, dal più semplice al più complesso, è un tassello che compone il grande mosaico del processo penale, volto a bilanciare le esigenze di giustizia con la tutela dei diritti individuali.
Chi può emettere un’ordinanza in un procedimento penale?
Un’ordinanza può essere emessa da un organo giudicante, come in questo caso dalla Corte di Cassazione, per decidere su questioni specifiche del procedimento.
Cosa significa che è stato proposto un ricorso avverso una sentenza?
Significa che una delle parti del processo (in questo caso l’imputato) ha impugnato la decisione di un giudice di grado inferiore (la Corte d’Appello) davanti a un giudice superiore (la Corte di Cassazione), chiedendone la revisione per motivi di legittimità.
Qual è il ruolo del Consigliere in una decisione della Corte di Cassazione?
Il Consigliere, specificamente il relatore, è il giudice incaricato di studiare il caso e di esporre i fatti e le questioni di diritto al collegio giudicante, fornendo una base essenziale per la discussione e la decisione finale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16570 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16570 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 09/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME ( CUI CODICE_FISCALE nato il 28/01/1998
avverso la sentenza del 08/04/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
.dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
– che, con l’impugnata sentenza, la Corte di appello di Venezia ha confermato la pronuncia di primo grado con la quale NOME era stato condannato per il reato di cui agli artt.
624 cod. pen.;
– che, avverso detta sentenza, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, a mezzo del proprio difensore;
– che l’unico motivo di ricorso è intrinsecamente generico, in quanto privo di una puntua enunciazione delle ragioni di diritto giustificanti il ricorso e dei correlati congrui rife
motivazione dell’atto impugnato;
– che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle
ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 9 aprile 2025
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Il Consigliere estensore
Il Presidente