Ricorso in Cassazione: Quando la Suprema Corte Conferma la Sentenza d’Appello
Il ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un momento cruciale in cui non si riesaminano i fatti del caso, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto da parte dei giudici dei gradi inferiori. La sentenza n. 14903 del 2025 della settima sezione penale della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questo processo, concludendosi con il rigetto del ricorso e la conferma della decisione di secondo grado.
Il caso in esame: un ricorso contro la Corte d’Appello
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di L’Aquila in data 6 giugno 2024. L’imputato, non accettando la decisione dei giudici d’appello, ha deciso di adire la Suprema Corte per ottenere l’annullamento di tale provvedimento. Sebbene i dettagli specifici sui fatti che hanno portato alla condanna non emergano dal documento, il fulcro della questione risiede nell’esito del giudizio di legittimità.
L’esito del ricorso in Cassazione e la decisione della Corte
All’udienza del 18 febbraio 2025, la Corte di Cassazione, presieduta dal Presidente Luciano Imperiali e con relatore il Consigliere Francesco Florit, ha esaminato il ricorso. Dopo aver ascoltato la relazione e dato avviso alle parti, la Corte ha deciso di rigettare l’impugnazione. La conseguenza diretta di tale decisione è duplice: la sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila diventa definitiva e l’imputato viene condannato al pagamento delle spese processuali relative al giudizio di cassazione.
Le Motivazioni della Decisione
Il documento fornito non esplicita nel dettaglio le motivazioni che hanno portato i giudici a rigettare il ricorso. Tuttavia, in casi simili, il rigetto di un ricorso in Cassazione si fonda generalmente sulla manifesta infondatezza o sull’inammissibilità dei motivi presentati. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di merito; non può rivalutare le prove o la ricostruzione dei fatti come operata dai giudici di primo e secondo grado. Il suo compito è limitato a verificare la presenza di errori di diritto (violazione di legge) o vizi di motivazione (motivazione illogica, contraddittoria o assente) nella sentenza impugnata. È plausibile, quindi, che i motivi addotti dal ricorrente non rientrassero in queste categorie o fossero stati ritenuti palesemente infondati dalla Corte Suprema.
Le Conclusioni
La decisione della Corte di Cassazione in questo caso ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: l’accesso al giudizio di legittimità è strettamente circoscritto alla revisione della corretta applicazione del diritto. Il rigetto del ricorso e la condanna alle spese processuali sanciscono la fine del percorso giudiziario per l’imputato, rendendo la condanna inflitta dalla Corte d’Appello irrevocabile. Questa pronuncia serve come monito sull’importanza di formulare ricorsi solidamente fondati su questioni di diritto, evitando di tentare una nuova valutazione del merito dei fatti, compito che esula dalle competenze della Suprema Corte.
Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso che era stato proposto contro la sentenza della Corte d’Appello.
Qual è la conseguenza principale per chi propone un ricorso che viene rigettato?
La conseguenza principale è che la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali del giudizio di cassazione.
Contro quale provvedimento era stato presentato il ricorso?
Il ricorso era stato presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di L’Aquila in data 06/06/2024.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14903 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 14903 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/02/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
IMPERATORE NOME nato a PESCARA il 08/09/1961
avverso la sentenza del 06/06/2024 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
)1
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
preso atto dell’intervenuta remissione di querela, ritualmente formulata, con
conseguente estinzione del reato ascritto all’imputato;
considerato che alla Corte conseguentemente deve procedere all’annullamento
senza rinvio della impugnata sentenza perché il reato è estinto per remissione di querela, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali, come
previsto per legge.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per remissione della querela.
Condanna l’imputato al pagamento delle spese processuali.
Così deciso in Roma, il 18/02/2025
Il C nsigliere Estensore