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Ricorso generico: quando un appello è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato in appello per reati legati agli stupefacenti. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivi specifici a sostegno dell’impugnazione, qualificando l’atto come ‘ricorso generico’. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione ribadisce i requisiti di ammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo delicato che richiede precisione e rigore. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci ricorda che un ricorso generico, privo di argomentazioni specifiche, è destinato a un’inevitabile dichiarazione di inammissibilità, con significative conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo insieme questa decisione per capire perché la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile nel processo penale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli per violazione della normativa sugli stupefacenti (art. 73 e 80 del d.P.R. 309/1990). L’imputato, non accettando la decisione, ha proposto ricorso per cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza e il proprio proscioglimento. Tuttavia, l’atto di impugnazione si è rivelato problematico non per il merito delle questioni, ma per la sua stessa struttura formale.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso Generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza nemmeno entrare nel vivo della questione. La ragione è netta: l’assoluta genericità dei motivi presentati. Il ricorrente, infatti, si era limitato a invocare l’annullamento della sentenza di condanna senza articolare alcuna critica specifica e argomentata contro le motivazioni della Corte d’Appello. Mancava, in sostanza, l’indicazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che avrebbero dovuto sostenere la richiesta.

Le Motivazioni: la Violazione dell’Art. 581 del Codice di Procedura Penale

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 581, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma impone a chi impugna una sentenza di indicare in modo specifico “le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta”. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso con la decisione del giudice precedente.

La Suprema Corte ha sottolineato che l’appello del ricorrente era caratterizzato da “affermazioni apodittiche”, ovvero affermazioni dogmatiche non supportate da alcuna analisi critica della sentenza impugnata. Non è stato individuato alcun profilo di censura specifico, rendendo l’atto un mero guscio vuoto. Questa carenza, definita come ricorso generico, costituisce una causa di inammissibilità prevista espressamente dall’articolo 591, lettera c), dello stesso codice.

Le Conclusioni: Conseguenze Economiche della Genericità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Ma non solo: la Corte ha anche condannato il ricorrente al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Nel motivare questa sanzione, i giudici hanno richiamato la sentenza n. 186 del 2000 della Corte Costituzionale, specificando che non vi erano elementi per ritenere che il ricorrente avesse agito “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. In altre parole, la presentazione di un atto così palesemente carente è stata considerata una negligenza imputabile alla parte, giustificando pienamente la sanzione pecuniaria. Questa ordinanza, dunque, funge da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione dettagliati, argomentati e conformi ai requisiti di legge, per evitare non solo il rigetto, ma anche pesanti oneri economici.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto un ‘ricorso generico’. L’appellante si è limitato a chiedere l’annullamento della sentenza senza specificare le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno della sua richiesta, violando così l’art. 581, lett. c), del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che presenta un ricorso inammissibile viene condannata, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

Cosa richiede la legge per presentare un ricorso valido?
La legge, in particolare l’art. 581 c.p.p., richiede che l’atto di impugnazione contenga una specifica indicazione dei motivi, ovvero delle ragioni legali e fattuali che giustificano la richiesta di riforma o annullamento della sentenza. Affermazioni generiche o non argomentate non sono sufficienti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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