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Ricorso generico: limiti al ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero, qualificandolo come ricorso generico. La Corte ha stabilito che l’appello si limitava a proporre una diversa valutazione dei fatti, senza individuare un vizio di legittimità nel provvedimento impugnato, un’operazione non consentita in sede di Cassazione.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Perché la Rivalutazione dei Fatti è Vietata

Con la sentenza n. 37413/2025, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: il ricorso in sede di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito. La Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso generico presentato dal Pubblico Ministero, chiarendo i limiti invalicabili del controllo affidato alla Suprema Corte, specialmente in materia di misure cautelari personali.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale di L’Aquila, che aveva respinto la richiesta di una misura cautelare. Contro questa decisione, il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Pescara ha proposto ricorso per cassazione. La difesa dell’imputato, tramite una memoria difensiva, ha richiesto il rigetto del ricorso. Anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha concluso chiedendo che il ricorso venisse dichiarato inammissibile.

La Questione del Ricorso Generico e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Il cuore della decisione ruota attorno alla natura del ricorso presentato dal Pubblico Ministero. La Corte lo ha definito un ricorso generico, ovvero un atto che, pur contestando formalmente la motivazione del provvedimento, in realtà mira a ottenere una nuova e diversa valutazione delle circostanze di fatto già esaminate dal giudice di merito.

Il Tribunale aveva motivato la sua decisione evidenziando un apprezzabile scarto temporale tra una richiesta e la successiva reazione violenta, elemento che, secondo il giudice, escludeva la sussistenza della provvista indiziaria per il reato contestato. Il Pubblico Ministero, nel suo ricorso, ha proposto una lettura alternativa degli eventi, sostenendo che tale scarto temporale fosse di fatto inesistente e che la ricostruzione del Tribunale fosse meno plausibile della propria, senza però denunciare un vizio logico o giuridico specifico nella motivazione del provvedimento impugnato.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha spiegato in modo netto perché un simile approccio non sia ammissibile. Le motivazioni della decisione si fondano su due pilastri:

1. Natura del Giudizio di Legittimità: Il controllo della Cassazione non riguarda la ricostruzione dei fatti né l’apprezzamento del giudice di merito sull’attendibilità delle fonti di prova o sulla rilevanza dei dati probatori. La Corte non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato direttamente le prove. Il suo compito è verificare che la motivazione del provvedimento sia logica, coerente e non viziata da errori di diritto.

2. Genericità del Motivo: Il ricorso è stato ritenuto generico perché non ha evocato un vizio specifico denunciabile in sede di legittimità (come un’illogicità manifesta della motivazione o una violazione di legge). Si è limitato a una critica di fatto, contrapponendo la propria ricostruzione a quella del Tribunale. Questo, sottolinea la Corte, non costituisce un confronto effettivo con la motivazione impugnata, ma una richiesta di un nuovo giudizio sui fatti, preclusa in questa sede.

La Corte ha inoltre evidenziato che il Tribunale aveva argomentato in modo logico, basando la sua decisione sull’assenza di un nesso di strumentalità tra la violenza/minaccia e la condizione di costrizione psicologica della vittima, elementi che il ricorrente non ha contestato sotto il profilo del vizio di legittimità.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza conferma un orientamento consolidato: sono inammissibili le censure che, pur investendo formalmente la motivazione, si risolvono nella prospettazione di una diversa valutazione delle circostanze già esaminate dal giudice di merito. Il ricorso per cassazione deve attaccare la struttura logico-giuridica della decisione, non il suo contenuto fattuale. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando di fatto il tentativo di trasformare il giudizio di legittimità in un appello mascherato. Questa decisione serve come monito sull’importanza di formulare i ricorsi in Cassazione nel rispetto dei rigidi confini stabiliti dal codice di procedura penale.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. Invece di contestare un errore di diritto o un vizio logico nella motivazione del Tribunale, si è limitato a proporre una diversa ricostruzione e valutazione dei fatti, attività non consentita in sede di Cassazione.

Cosa significa che il controllo della Cassazione non riguarda il merito della vicenda?
Significa che la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove, valutare l’attendibilità dei testimoni o decidere quale ricostruzione dei fatti sia più plausibile. Il suo compito è unicamente quello di verificare che il giudice precedente abbia applicato correttamente la legge e abbia motivato la sua decisione in modo logico e coerente.

Qual era l’elemento di fatto su cui si basava la decisione del Tribunale, contestata dal ricorrente?
Il Tribunale aveva ritenuto decisiva la presenza di un ‘tempo apprezzabile’ tra la richiesta e la successiva reazione violenta, concludendo che non vi fosse una sufficiente provvista indiziaria. Il ricorrente ha contestato questa valutazione temporale, proponendone una diversa, ma senza dimostrare un vizio di legittimità nell’analisi del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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