Ricorso Generico: la Cassazione Conferma l’Inammissibilità
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, una fase cruciale in cui ogni dettaglio formale e sostanziale assume un’importanza fondamentale. Un ricorso generico, privo di una critica specifica alla sentenza impugnata, è destinato all’insuccesso. Con l’ordinanza n. 47491/2024, la Suprema Corte ribadisce questo principio, chiarendo che la mera enunciazione di un vizio non è sufficiente per ottenere un esame nel merito.
I Fatti del Caso
Il caso nasce dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. Il ricorrente lamentava, tra le altre cose, una presunta mancanza di motivazione da parte dei giudici di secondo grado riguardo alla qualificazione del reato, alla sua sussistenza e alla capacità di intendere e di volere dell’imputato. L’atto di impugnazione, tuttavia, si limitava a sollevare queste questioni senza articolarle in una critica puntuale e argomentata contro la decisione della Corte territoriale.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo gli Ermellini, i motivi presentati erano affetti da genericità e aspecificità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: Perché un Ricorso Generico è Inammissibile?
La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale penale: il principio di specificità dei motivi di impugnazione. La Cassazione ha osservato che il ricorso era ‘meramente evocativo del vizio enunciato’, ovvero si limitava a indicare una presunta carenza di motivazione senza però confrontarsi con le argomentazioni effettivamente contenute nella sentenza impugnata.
Perché un ricorso sia ammissibile, non è sufficiente lamentare un errore del giudice precedente. È necessario:
1. Identificare chiaramente le parti della sentenza che si contestano.
2. Spiegare in modo dettagliato le ragioni per cui si ritiene che tali parti siano errate.
3. Creare una correlazione diretta tra le argomentazioni della sentenza e le critiche mosse nell’atto di impugnazione.
L’ordinanza richiama un consolidato orientamento giurisprudenziale (in particolare, la sentenza n. 34270 del 2007), secondo cui un atto di impugnazione non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato. Se lo fa, cade inevitabilmente nel vizio di aspecificità, che ne determina l’inammissibilità. In sostanza, il ricorso non può essere un atto astratto, ma deve rappresentare una critica concreta e mirata al ragionamento logico-giuridico del giudice che ha emesso la decisione.
Conclusioni: L’Importanza della Specificità nell’Impugnazione
Questa pronuncia della Suprema Corte non introduce nuovi principi, ma rafforza una regola fondamentale per chiunque intenda impugnare un provvedimento giudiziario. La redazione di un ricorso, specialmente per la Cassazione, richiede un’analisi approfondita della sentenza impugnata e la capacità di costruire una critica specifica, pertinente e ben argomentata. Un ricorso generico non solo non ha speranze di essere accolto, ma comporta anche conseguenze economiche significative per il ricorrente, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La lezione è chiara: la forma e la sostanza dell’impugnazione sono inscindibili per garantire l’accesso a un esame di merito.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘generico’ e ‘privo di effettiva censura’. Non creava una correlazione tra le ragioni della sentenza impugnata e i motivi di doglianza, limitandosi a enunciare un vizio in modo astratto.
Cosa si intende per ‘ricorso generico’ secondo la Corte?
Per la Corte, un ricorso è generico quando manca di una critica specifica e argomentata contro la decisione che si contesta. È un atto che non si confronta con le motivazioni del provvedimento impugnato, ma si limita a lamentare un vizio senza dimostrare come questo si sia concretizzato nel caso specifico.
Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 47491 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 47491 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 18/11/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a CASTELVETRANO il 04/11/1993
avverso la sentenza del 25/01/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminato il ricorso di COGNOME NOME
OSSERVA
Ritenuto che il motivo di ricorso con cui si deduce la mancanza di motivazione in ordine alla qualificazione del reato, alla sua sussistenza ed alla capacità di intendere e di volere è gene in quanto privo di effettiva censura nei confronti della decisione impugnata, essendo lo stes meramente evocativo del vizio enunciato; che, infatti, il ricorso è inammissibile per generi dei motivi se manca ogni indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decision impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione, che non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato, senza cadere nel vizio di aspecificità (tra tante, Se 4, n. 34270 del 03/07/2007, COGNOME, Rv. 236945);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 18/11/2024.