Ricorso Generico in Cassazione: Quando la Mancanza di Specificità Porta all’Inammissibilità
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale che richiede precisione e rigore formale. L’ordinanza in esame ci dimostra come la mancanza di specificità nei motivi possa trasformare un tentativo di difesa in un fallimento processuale, noto come ricorso generico. Comprendere i requisiti di un’impugnazione è fondamentale per evitare una declaratoria di inammissibilità e le relative conseguenze economiche.
I Fatti del Caso: Un Appello Carente di Dettagli
Il caso analizzato nasce dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello. Il ricorrente contestava la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua dichiarazione di responsabilità. Tuttavia, il suo atto di impugnazione si limitava a una critica generale, senza scendere nel dettaglio degli elementi specifici della sentenza che, a suo avviso, erano errati o illogici.
La Decisione della Corte: Inammissibilità per un Ricorso Generico
La Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9986 del 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che l’atto presentato non rispettava i requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge. In particolare, la Corte ha sottolineato che un’impugnazione non può limitarsi a una critica vaga e astratta, ma deve consentire al giudice di comprendere esattamente quali parti della decisione precedente sono contestate e per quali ragioni. La mancata indicazione di questi elementi rende il ricorso generico e, di conseguenza, non meritevole di essere esaminato nel merito.
Le Motivazioni: La Funzione dell’Art. 581 del Codice di Procedura Penale
Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma impone a chi impugna una sentenza di indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. L’obiettivo è duplice: da un lato, garantire che il giudice dell’impugnazione possa esercitare un controllo mirato e non dispersivo; dall’altro, assicurare il corretto svolgimento del contraddittorio, permettendo alle altre parti di difendersi su punti ben definiti.
La Corte ha spiegato che, di fronte a una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, il ricorrente aveva l’onere di individuare con precisione gli elementi alla base della sua censura. Non facendolo, ha di fatto impedito alla Corte di Cassazione di esercitare il proprio sindacato. Un ricorso generico paralizza l’azione del giudice, rendendo l’atto processuale inutile e, quindi, inammissibile.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per ogni avvocato difensore: la preparazione di un atto di impugnazione è un’attività che richiede massima cura e precisione. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso la sentenza, ma è indispensabile articolare una critica puntuale, supportata da riferimenti specifici al testo della decisione e alle prove processuali. Le conseguenze di un ricorso generico non sono solo la mancata revisione del caso, ma anche una condanna certa al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata quantificata in tremila euro. Un monito chiaro sull’importanza del rigore tecnico nella professione legale.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti prescritti dalla legge, come nel caso di un ricorso generico che non indica specificamente i motivi di critica contro la sentenza impugnata, violando l’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.
Cosa si intende per ‘ricorso generico’ secondo la Corte?
Per la Corte, un ricorso è generico quando non indica gli elementi specifici che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi alla sentenza precedente e di esercitare il proprio sindacato.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 9986 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 9986 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a TARANTO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 15/03/2023 della CORTE APPELLO SEZ.DIST. di TARANTO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME, ritenuto che il primo motivo, che contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità, è generico per indeterminate perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. pr in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercit il proprio sindacato;
osservato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, co la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso, il 23 gennaio 2024
Il Consigliere stensore
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