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Ricorso generico: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso generico presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo è la totale vaghezza delle critiche mosse, che non specificavano i vizi logici della decisione impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma deve essere supportato da motivazioni precise e dettagliate. Un ricorso generico, ovvero privo di critiche specifiche, rischia di essere immediatamente respinto con conseguenze economiche per chi lo propone. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa regola procedurale e delle sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna da parte della Corte d’Appello di Catania, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. L’oggetto della contestazione erano due punti specifici della sentenza di secondo grado: il trattamento sanzionatorio applicato e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Tuttavia, l’atto di impugnazione si è rivelato problematico non per il merito delle questioni, ma per il modo in cui sono state presentate.

La Decisione della Corte: un Ricorso Generico non Supera il Vaglio

La Suprema Corte, con l’ordinanza n. 33087/2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale: i motivi di ricorso devono essere specifici. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso con la decisione del giudice precedente; è necessario indicare con precisione quali sono stati gli errori logici o giuridici commessi nella motivazione della sentenza impugnata. Nel caso di specie, il ricorrente non ha saputo spiegare perché la valutazione della Corte d’Appello fosse viziata, limitandosi a una critica superficiale.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha evidenziato come il motivo unico presentato dal ricorrente fosse affetto da “genericità assoluta”. I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello aveva, al contrario, “congruamente motivato” sia la quantificazione della pena sia il diniego delle attenuanti. Il ricorso, invece, non solo non confutava punto per punto tale motivazione, ma non spiegava nemmeno quali fossero gli “evidenti vizi logici” che asseriva fossero presenti. Questa mancanza di specificità rende l’impugnazione non scrutinabile nel merito e, di conseguenza, inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La conseguenza diretta dell’inammissibilità è l’applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Questo articolo prevede che il ricorrente la cui impugnazione viene dichiarata inammissibile sia condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, il giudice impone il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, il cui importo viene stabilito in base alla natura delle questioni sollevate. In questo caso, la Corte ha ritenuto equa una sanzione di 3.000 euro. Questa pronuncia ribadisce un monito fondamentale per gli operatori del diritto: la redazione di un ricorso deve essere un’operazione di precisione chirurgica. Un ricorso generico non solo non ottiene il risultato sperato, ma aggrava la posizione del cliente con ulteriori oneri economici.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché affetto da “genericità assoluta”, in quanto non specificava le ragioni concrete né i vizi logici per cui la motivazione della sentenza impugnata sarebbe stata errata.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Cosa ha stabilito la Cassazione riguardo alla motivazione della Corte d’Appello?
La Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse motivato in modo congruo e adeguato sia il trattamento sanzionatorio applicato sia il diniego delle attenuanti generiche, a differenza di quanto sostenuto in modo vago dal ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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