LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibilità e condanna spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per reati fiscali. Il motivo, basato sulla prescrizione, è stato giudicato troppo vago. La Suprema Corte ha sottolineato come un ricorso generico, privo di specifiche ragioni di fatto e di diritto, violi le norme procedurali, portando all’inammissibilità e alla condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico: la Cassazione ribadisce l’Inammissibilità e la Condanna alle Spese

Presentare un ricorso in Cassazione richiede rigore e precisione. Un atto di impugnazione non può limitarsi a una contestazione vaga, ma deve articolare in modo chiaro e specifico le ragioni di fatto e di diritto che lo sostengono. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un esempio lampante di come un ricorso generico sia destinato all’insuccesso, con conseguenze economiche significative per il ricorrente. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere l’importanza dei requisiti di specificità degli atti processuali.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna di un individuo per un reato fiscale previsto dall’art. 10 del D.Lgs. 74/2000. L’imputato, dopo la conferma della condanna in appello, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione. Il suo ricorso si basava su un unico motivo: la violazione di legge relativa all’avvenuta prescrizione del reato. Tuttavia, la difesa si limitava a sollevare la questione in termini astratti, senza fornire elementi concreti a supporto della propria tesi.

La Decisione della Corte e l’Importanza dei Motivi Specifici

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Il fulcro della decisione risiede proprio nella genericità del motivo addotto. Secondo i giudici, il ricorrente si era limitato a contestare il tempus commissi delicti (il momento in cui il reato è stato commesso) senza però indicare in alcun modo quando, a suo avviso, la condotta illecita si sarebbe effettivamente realizzata.

Questo vizio procedurale si scontra direttamente con quanto richiesto dall’articolo 581, lettera d), del codice di procedura penale, che impone l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta al giudice. Un ricorso generico come quello presentato non permette alla Corte di valutare nel merito la fondatezza della doglianza, rendendo l’atto processualmente invalido.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Nelle motivazioni, la Cassazione ha evidenziato che l’inosservanza del requisito di specificità dei motivi, previsto dall’art. 581 c.p.p., costituisce una causa di inammissibilità dell’impugnazione, come sancito dall’art. 591, lettera c), dello stesso codice. La Corte ha riscontrato una “assoluta genericità dei motivi addotti a sostegno del ricorso”, tale da precludere qualsiasi esame di merito.

Inoltre, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Stante l’inammissibilità del ricorso e non ravvisando un’assenza di colpa da parte del ricorrente, ha disposto una duplice condanna a suo carico: il pagamento delle spese processuali e il versamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di scoraggiare la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie, che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: non è sufficiente lamentare una violazione di legge, ma è indispensabile argomentarla con precisione, ancorando le proprie tesi a elementi fattuali e giuridici concreti. Per chi si rivolge alla giustizia, ciò significa affidarsi a una difesa tecnica che sappia redigere atti di impugnazione chiari, dettagliati e conformi ai requisiti di legge. Un ricorso generico non solo non offre alcuna possibilità di successo, ma espone anche al rischio concreto di subire ulteriori condanne economiche, aggravando la posizione processuale del ricorrente.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato e generico. Il ricorrente ha contestato la prescrizione del reato senza specificare quando la condotta contestata sarebbe stata realizzata, violando l’obbligo di indicare le ragioni specifiche di fatto e di diritto a sostegno dell’impugnazione.

Quali sono le conseguenze economiche dell’inammissibilità in questo caso?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa richiede il codice di procedura penale per un ricorso valido?
L’articolo 581, lettera d), del codice di procedura penale richiede che il ricorso contenga l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono le richieste. La mancanza di questa specificità rende il ricorso generico e, quindi, inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati