LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibilità e condanna spese

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso generico presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo risiede nella mancata contestazione specifica delle motivazioni della sentenza impugnata, che aveva valutato la gravità del fatto basandosi sull’entità delle lesioni. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso generico: quando l’impugnazione è inammissibile

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni, in particolare riguardo al concetto di ricorso generico. Spesso, nel tentativo di contestare una sentenza sfavorevole, si rischia di presentare un atto che non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte, con conseguenze significative per il ricorrente. Questo caso evidenzia come la mera riproposizione di argomenti già discussi e respinti nel grado precedente, senza un confronto critico con le motivazioni della decisione impugnata, porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Il caso: un appello respinto e il ricorso in Cassazione

Il procedimento nasce dal ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. L’imputato lamentava vizi di motivazione e la violazione dell’articolo 133 del codice penale, relativo ai criteri di commisurazione della pena. Sostanzialmente, il ricorrente contestava il trattamento sanzionatorio ricevuto, ritenendolo eccessivo. Tuttavia, la sua impugnazione non si è soffermata ad analizzare e criticare specificamente il percorso logico-giuridico seguito dalla Corte territoriale per giungere a quella determinazione.

La valutazione della Corte sul ricorso generico

La Corte di Cassazione, nell’esaminare l’atto, ha immediatamente rilevato la sua natura di ricorso generico. Gli Ermellini hanno sottolineato come il motivo di ricorso fosse non solo vago, ma anche una semplice riproduzione di una censura già adeguatamente esaminata e respinta dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, infatti, aveva chiaramente motivato la propria decisione sulla pena, valorizzando la gravità del fatto e, in particolare, l’entità delle lesioni provocate alla vittima. Il ricorso, invece di confrontarsi con queste argomentazioni, le ha ignorate, cadendo così nel vizio di aspecificità.

Le motivazioni della decisione

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, richiamando una precedente sentenza (Cass. Pen., Sez. 4, n. 34270/2007). Un ricorso è inammissibile per genericità quando manca qualsiasi correlazione tra le ragioni esposte nell’atto di impugnazione e quelle argomentate nella decisione che si contesta. In altre parole, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia o ripetere le proprie tesi difensive; è necessario ‘smontare’ punto per punto il ragionamento del giudice del grado precedente, evidenziandone le presunte falle logiche o gli errori di diritto. Ignorare le affermazioni del provvedimento censurato significa presentare un atto sterile, incapace di innescare una reale valutazione da parte della Corte di Cassazione, che non può riesaminare i fatti del processo ma solo la corretta applicazione delle norme e la coerenza della motivazione.

Le conclusioni: le conseguenze dell’inammissibilità

L’esito del giudizio è stato, pertanto, la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questa decisione non è priva di conseguenze pratiche per il ricorrente. La Corte, infatti, lo ha condannato al pagamento delle spese processuali relative al giudizio di Cassazione. Oltre a ciò, è stata disposta la condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso, volta a scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie. Questa ordinanza ribadisce l’importanza di redigere atti di impugnazione specifici e puntuali, pena l’impossibilità di ottenere una revisione della sentenza e l’aggravio di ulteriori costi.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato generico?
Un ricorso è considerato generico quando non si confronta specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata, ma si limita a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte nel grado precedente, senza una critica puntuale del ragionamento del giudice.

Cosa ha considerato la Corte d’Appello per determinare la gravità del fatto?
La Corte d’Appello ha determinato la gravità del fatto, e di conseguenza il trattamento sanzionatorio, basandosi in particolare sull’entità delle lesioni provocate dalla condotta dell’imputato.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato al pagamento delle spese processuali del giudizio e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati