Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Impugnazione è Inammissibile
Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti di forma e sostanza previsti dalla legge. Un’impugnazione non adeguatamente motivata rischia di essere archiviata prima ancora di essere discussa nel merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un ricorso generico porti inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguenze economiche per il ricorrente. Questo principio è fondamentale per comprendere la logica del processo penale e l’importanza di un’assistenza legale qualificata.
Il Caso in Esame: Dalla Condanna per Rapina al Ricorso in Cassazione
La vicenda trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di rapina (art. 628 c.p.), confermata dalla Corte d’Appello di Torino. Non rassegnato alla decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua condanna. L’obiettivo del ricorrente era ottenere un proscioglimento ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale, sostenendo implicitamente l’erroneità della valutazione dei giudici di merito.
La Decisione della Cassazione e l’Analisi del Ricorso Generico
La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha stroncato sul nascere le speranze del ricorrente, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella violazione dell’art. 581, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale. Questa norma impone a chi impugna una sentenza di indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Il ricorso presentato è stato invece qualificato come ricorso generico e indeterminato.
Le Motivazioni della Corte
La Corte ha spiegato che, a fronte di una sentenza d’appello la cui motivazione era ritenuta “logicamente corretta”, il ricorrente non ha fatto altro che denunciare un mancato proscioglimento. Tuttavia, non ha fornito alcun elemento specifico per contrastare il ragionamento dei giudici di secondo grado. In altre parole, si è limitato a manifestare un dissenso generico senza articolare una critica puntuale e argomentata. Un ricorso generico, secondo la costante giurisprudenza, è quello che non riesce a instaurare un vero e proprio contraddittorio con la sentenza impugnata, ma si limita a riproporre le stesse questioni già esaminate e respinte, o a formulare critiche vaghe e indeterminate. Questa mancanza di specificità rende l’atto processuale inidoneo a raggiungere il suo scopo, portando alla sua inammissibilità.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
La decisione della Cassazione ribadisce un principio cardine del sistema delle impugnazioni: la specificità dei motivi è un requisito imprescindibile. Non è sufficiente lamentare un’ingiustizia o un errore; è necessario dimostrare, punto per punto, dove e perché la sentenza impugnata sarebbe sbagliata, confrontandosi criticamente con la sua motivazione. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: l’accesso alla giustizia di legittimità è un diritto che va esercitato con rigore tecnico e argomentativo.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è generico e indeterminato, ossia quando è privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale, non indicando specificamente gli elementi che sono alla base della censura formulata.
Cosa si intende per ricorso generico secondo la Corte?
Secondo la Corte, un ricorso è generico quando, a fronte di una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, l’appellante si limita a denunciare il mancato proscioglimento senza indicare gli elementi specifici a sostegno della propria richiesta e senza contestare puntualmente le argomentazioni della decisione precedente.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 261 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 261 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 03/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a VENARIA REALE il 29/08/1996
avverso la sentenza del 18/06/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di Rocca Alessio,
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con il quale contesta la correttezza del motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità per il reato di cui all’art. 628 pen., è generico per indeterminatezza perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, co 1, lett. c) cod. proc. pen. in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza impugna logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, limitandosi a denunciare il mancato proscioglimento ai sensi dell’art. 129 cod. proc. pen.;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 3 dicembre 2024
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Il Consigliere estensore