LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso generico: inammissibile se privo di critica

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15218/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso in materia penale. La decisione si fonda sul fatto che l’atto di impugnazione era un ricorso generico, privo di una critica concreta e specifica contro le argomentazioni della sentenza della Corte d’Appello. La Corte ha ribadito che, per essere ammissibile, un ricorso deve correlare le proprie censure alle ragioni della decisione impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Impugnazione è Inammissibile

Nel processo penale, l’atto di impugnazione rappresenta lo strumento fondamentale per contestare una decisione ritenuta ingiusta. Tuttavia, la sua efficacia dipende dal rispetto di precisi requisiti formali e sostanziali. Tra questi, la specificità dei motivi è cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda come un ricorso generico, privo di censure mirate, sia destinato a essere dichiarato inammissibile. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le ragioni e le conseguenze di tale principio.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. L’appellante lamentava, tra i motivi, l’inosservanza di norme procedurali, cercando di ottenere un riesame della sua posizione da parte della Suprema Corte.

L’atto di impugnazione, tuttavia, è stato sottoposto al vaglio della Corte di Cassazione, che ne ha esaminato la struttura e il contenuto per verificarne l’ammissibilità prima ancora di entrare nel merito delle questioni sollevate.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per il Ricorso Generico

La Corte di Cassazione ha concluso il suo esame con una declaratoria di inammissibilità. La ragione di tale esito non risiede nella fondatezza o meno delle lamentele del ricorrente, ma in un vizio preliminare dell’atto stesso: la sua genericità. I giudici hanno stabilito che il ricorso era privo di una concreta censura nei confronti della decisione impugnata, rendendolo così inidoneo a innescare una valida valutazione nel merito.

Secondo la Corte, un’impugnazione non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nel grado precedente o a formulare critiche vaghe. Deve, al contrario, confrontarsi direttamente con le motivazioni della sentenza che si intende contestare, evidenziandone gli errori logici o giuridici. In mancanza di questa correlazione, il ricorso perde la sua funzione e diventa, appunto, un ricorso generico.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Generico è Destinato al Fallimento

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando un consolidato orientamento giurisprudenziale (tra cui la sentenza n. 34270/2007), secondo cui un ricorso è inammissibile per genericità dei motivi quando manca qualsiasi indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione.

In altre parole, chi impugna non può ignorare ciò che il giudice precedente ha scritto. Deve analizzare il ragionamento del provvedimento censurato e costruire le proprie critiche su di esso, dimostrando perché quel ragionamento è errato. Se l’atto di impugnazione si presenta come un documento slegato dalla sentenza che contesta, cade inevitabilmente nel vizio di aspecificità.

Nel caso di specie, il ricorrente non ha sviluppato una critica puntuale e argomentata contro la motivazione della Corte d’Appello, limitandosi a formulare doglianze astratte. Questa mancanza ha reso impossibile per la Cassazione procedere all’esame del merito e ha condotto, inevitabilmente, alla dichiarazione di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

L’ordinanza in esame offre un importante monito per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione. La redazione dell’atto di impugnazione richiede la massima cura e precisione. Non è sufficiente essere convinti della fondatezza delle proprie ragioni; è indispensabile saperle articolare in modo specifico e pertinente rispetto alla decisione impugnata. Un ricorso generico non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze negative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso in esame. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico, in quanto privo di una concreta censura e di una specifica correlazione tra i motivi di ricorso e le ragioni argomentate nella decisione impugnata dalla Corte d’Appello.

Cosa si intende per ‘ricorso generico’ secondo la Cassazione?
Per ‘ricorso generico’ si intende un atto di impugnazione che manca di indicazioni specifiche sui punti della decisione che si contestano e sulle ragioni di tale contestazione. In pratica, è un ricorso che non si confronta criticamente con la motivazione del provvedimento impugnato, ma si limita a doglianze vaghe.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati