Ricorso Generico: Quando la Cassazione lo Dichiara Inammissibile
Nel processo penale, la presentazione di un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio, un momento cruciale in cui si possono far valere solo specifici vizi di legittimità. Tuttavia, per essere esaminato, il ricorso deve rispettare requisiti di forma e sostanza ben precisi. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza della specificità dei motivi, sanzionando duramente il cosiddetto ricorso generico. Questo principio è fondamentale per garantire l’efficienza del sistema giudiziario, evitando che la Corte Suprema venga investita di questioni non adeguatamente definite.
I Fatti alla Base della Decisione
Il caso in esame trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Il ricorrente lamentava un vizio di motivazione, sostenendo che i giudici di secondo grado avessero errato nel non applicare una causa di non punibilità prevista dall’articolo 129 del codice di procedura penale. La difesa, tuttavia, si limitava a enunciare questo vizio senza articolarlo in modo concreto.
La Valutazione del Ricorso Generico da Parte della Corte
La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno stabilito che l’atto presentato era affetto da genericità. Invece di contenere una critica puntuale e argomentata contro la decisione della Corte d’Appello, il ricorso si limitava a evocare un presunto vizio in maniera astratta. Secondo la Suprema Corte, un’impugnazione è inammissibile quando non contiene una ‘precisa prospettazione delle ragioni in fatto o in diritto da sottoporre a verifica’.
Il Precedente Giurisprudenziale Richiamato
A sostegno della propria decisione, la Corte ha richiamato un consolidato orientamento giurisprudenziale (in particolare la sentenza n. 16851 del 2010), secondo cui la genericità dei motivi è causa di inammissibilità. Non basta indicare quale vizio si intende denunciare, ma è necessario spiegare perché e in che modo la sentenza impugnata sarebbe errata, offrendo alla Corte gli elementi per una reale verifica giurisdizionale.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine della procedura penale: il ricorso non può essere una mera ripetizione di lamentele astratte, ma deve configurarsi come una critica circostanziata al provvedimento impugnato. La Corte ha osservato che il ricorso in esame era ‘privo di effettiva censura’, essendo ‘meramente evocativo del vizio enunciato’. Questa mancanza di specificità impedisce alla Corte di Cassazione di svolgere la sua funzione di controllo di legittimità, trasformando l’impugnazione in un atto sterile e dilatorio. L’assenza di un confronto argomentativo con le ragioni della sentenza d’appello rende di fatto impossibile per i giudici procedere a una valutazione nel merito.
Le Conclusioni
L’ordinanza si conclude con una declaratoria di inammissibilità e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione ribadisce un messaggio chiaro agli operatori del diritto: la redazione di un ricorso per cassazione richiede rigore, precisione e specificità. Un ricorso generico non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche significative conseguenze economiche per l’assistito. È un monito a formulare impugnazioni che siano un vero strumento di giustizia e non un tentativo infruttuoso di prolungare i tempi del processo.
Quando un ricorso per cassazione viene considerato generico?
Un ricorso è considerato generico quando è privo di una effettiva e specifica censura nei confronti della decisione impugnata, limitandosi a enunciare un vizio in modo astratto senza presentare precise ragioni di fatto o di diritto da sottoporre a verifica.
Qual è la conseguenza di un ricorso dichiarato inammissibile per genericità?
La conseguenza è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
Perché è necessario che i motivi del ricorso siano specifici?
È necessario perché la Corte di Cassazione deve poter effettuare una verifica concreta sulla base di precise ragioni di fatto o di diritto. Motivi generici non consentono questo esame e rendono l’impugnazione non idonea a raggiungere il suo scopo.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6938 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6938 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 27/12/1988
avverso la sentenza del 20/05/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi del ricorso di NOME
OSSERVA
Ritenuto che il ricorso con cui si deducono vizi di motivazione in merito alla mancata declaratoria ex art. 129 cod. proc pen. è generico in quanto privo di effettiva censura ne confronti della decisione impugnata, essendo lo stesso meramente evocativo del vizio enunciato; che, infatti, il ricorso è inammissibile per genericità dei motivi allorché gli stessi non conte la precisa prospettazione delle ragioni in fatto o in diritto da sottoporre a verifica (Sez 16851 del 02/03/2010, Cecco, Rv. 246980);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 20/01/2025