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Ricorso generico: inammissibile se non contesta

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per violazione del diritto di difesa, definendolo un ricorso generico. L’imputato lamentava la mancata visione di video e il mancato rinvio dell’interrogatorio, ma la Corte ha stabilito che il ricorso si limitava a ripetere le argomentazioni precedenti senza confrontarsi con la logica motivazione del tribunale, che aveva escluso una reale lesione del diritto di difesa. Di conseguenza, la misura cautelare è stata confermata.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico e Diritto di Difesa: la Cassazione Fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6878 del 2024, offre un’importante lezione sulla differenza tra un’efficace tutela del diritto di difesa e la presentazione di un ricorso generico. Quando un appello si limita a ripetere le stesse lamentele senza affrontare nel merito le motivazioni del giudice, il suo destino è segnato: l’inammissibilità. Analizziamo insieme questa pronuncia per capire i limiti e le condizioni per un valido esercizio del diritto di impugnazione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza cautelare emessa dal G.i.p. del Tribunale di Vibo Valentia. L’indagato, tramite il suo difensore, proponeva appello, ottenendo un parziale accoglimento con l’annullamento della misura per uno dei capi d’imputazione. Tuttavia, la misura restava in vigore per le altre accuse.

Contro questa decisione, la difesa presentava ricorso per cassazione, lamentando la violazione di norme processuali fondamentali (artt. 294 e 302 c.p.p.). Il nucleo della doglianza si concentrava su due punti:
1. La mancata autorizzazione alla visione di file-video considerati cruciali per la difesa.
2. La conseguente omessa concessione di un rinvio per l’interrogatorio di garanzia.

Secondo il ricorrente, queste omissioni avrebbero causato una nullità insanabile dell’interrogatorio, con il conseguente obbligo di far cessare la misura cautelare.

La Questione del Ricorso Generico in Cassazione

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione chiedeva che il ricorso venisse dichiarato inammissibile. La Corte ha pienamente accolto questa richiesta, centrando la propria analisi sul concetto di ricorso generico e manifestamente infondato.

Il problema principale evidenziato dai giudici è che l’imputato non ha fatto altro che ‘reiterare le argomentazioni già introdotte in sede di appello, senza confrontarsi con la motivazione del Tribunale’. In pratica, la difesa ha riproposto le stesse lamentele senza spiegare perché la risposta data dal giudice di secondo grado fosse sbagliata o illogica. Questo comportamento processuale è considerato inefficace e non meritevole di accoglimento.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile per la sua genericità e manifesta infondatezza. I giudici hanno sottolineato come il Tribunale del riesame avesse già analizzato in modo ‘ampio e logico’ la dinamica procedimentale, smontando le tesi difensive.

In particolare, il Tribunale aveva chiarito due aspetti fondamentali:
1. Nessun diniego di accesso agli atti: Non c’era stato un effettivo rifiuto di far visionare il materiale video. La Corte ha evidenziato che il difensore di fiducia, una volta formalizzata la sua nomina, aveva la possibilità di accedere tempestivamente a tutto il materiale, inclusi i video. I tempi, sebbene stretti, non erano tali da impedire l’esercizio del diritto di difesa.
2. Motivazione puntuale del Tribunale ignorata: Il ricorrente ha completamente ignorato questa specifica e puntuale motivazione, limitandosi a ripetere la sua versione dei fatti. Questo mancato confronto critico con la decisione impugnata rende il motivo di ricorso ‘aspecifico e generico’.

In assenza di una violazione di legge dimostrata e di fronte a un motivo d’impugnazione che non si confronta con la decisione precedente, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cardine del processo penale: il diritto di difesa e di impugnazione deve essere esercitato in modo tecnico e specifico. Non è sufficiente lamentare una presunta violazione; è necessario argomentare in modo puntuale, logico e pertinente, confrontandosi criticamente con le ragioni esposte dal giudice nel provvedimento che si intende contestare. Un ricorso generico, che si limita a riproporre le medesime doglianze senza scalfire la coerenza logica della decisione impugnata, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Cosa rende un ricorso alla Corte di Cassazione ‘generico’?
Un ricorso è definito ‘generico’ quando si limita a ripetere argomentazioni già presentate nei gradi di giudizio precedenti, senza confrontarsi specificamente e criticamente con le motivazioni contenute nella decisione che si sta impugnando.

La mancata visione di video prima dell’interrogatorio di garanzia costituisce sempre una violazione del diritto di difesa?
No, non sempre. In questo caso, la Corte ha stabilito che non vi è stata violazione perché non c’è stato un effettivo diniego di accesso agli atti. Il difensore, dopo la sua nomina formale, aveva la possibilità di accedere al materiale video in tempo utile per esercitare pienamente il diritto di difesa.

Quali sono le conseguenze pratiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, non viene esaminato nel merito. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro a favore della cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione non valida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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