Ricorso generico: quando l’impugnazione in Cassazione è destinata a fallire
Presentare un ricorso in Cassazione è una fase delicata e cruciale del processo penale, che richiede rigore e precisione. Un errore nella formulazione dell’atto può comprometterne l’esito, come dimostra una recente ordinanza della Suprema Corte. Il caso in esame evidenzia le conseguenze di un ricorso generico, ovvero un atto privo dei requisiti essenziali previsti dalla legge, che ne determina l’inevitabile inammissibilità. Analizziamo insieme la decisione per comprendere perché la specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma una condizione essenziale per la tutela dei diritti.
I fatti del caso
Una persona condannata dalla Corte d’Appello di Firenze decideva di impugnare la sentenza, presentando ricorso per Cassazione. Nel suo atto, contestava la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità e lamentava un’erronea applicazione della legge penale. Tuttavia, il ricorso veniva redatto in termini molto ampi, senza scendere nel dettaglio dei punti specifici della sentenza che si intendevano criticare.
La decisione della Corte di Cassazione
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 4 giugno 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla forma dell’atto. La conseguenza di tale declaratoria è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le motivazioni: perché il ricorso generico è inammissibile?
La Corte ha basato la sua decisione sul principio della genericità e indeterminatezza del motivo di ricorso. Secondo i giudici, l’atto presentato era privo dei requisiti prescritti dall’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma impone a chi impugna una sentenza di indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Nel caso di specie, la ricorrente si era limitata a una contestazione generale, senza indicare quali fossero gli elementi specifici della motivazione della sentenza d’appello (ritenuta logicamente corretta dalla Cassazione) che intendeva censurare. Un ricorso generico non permette al giudice dell’impugnazione di comprendere quali siano i rilievi concreti mossi alla decisione precedente e, di conseguenza, gli impedisce di esercitare la propria funzione di controllo. In sostanza, non basta affermare che una sentenza è sbagliata; è necessario spiegare dettagliatamente perché, indicando i passaggi argomentativi errati e le prove che sarebbero state travisate.
Conclusioni: le conseguenze pratiche
Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi di impugnazione non è un cavillo burocratico, ma una garanzia di serietà e funzionalità del processo. Un ricorso formulato in modo vago e generico non solo è inutile, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche negative, come la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Per gli avvocati, ciò rappresenta un monito a redigere atti di impugnazione chiari, dettagliati e puntuali, che identifichino con precisione i vizi della sentenza impugnata. Per i cittadini, è la conferma che il sistema giudiziario richiede argomentazioni solide e specifiche per poter funzionare correttamente e garantire una giustizia efficace.
Cosa si intende per ricorso generico secondo la Cassazione?
Un ricorso è considerato generico quando non indica in modo specifico e dettagliato le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che contestano la sentenza impugnata, come richiesto dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile per genericità?
Il ricorso non viene esaminato nel merito e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.
Perché è necessario indicare specificamente i motivi del ricorso?
È necessario perché solo in questo modo il giudice dell’impugnazione può individuare con precisione i rilievi mossi alla sentenza precedente ed esercitare correttamente la sua funzione di controllo sulla logicità e correttezza della decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 34834 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34834 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME (CUI.03WXIUI) nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/11/2023 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME, ritenuto che l’unico motivo di ricorso che contesta la correttezza della motivazione posta a base del giudizio di responsabilità e l’erronea applicazione della legge in relazione all’art. 62 cod. proc. pen., è generico per indeterminatezza perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c)’cod. proc. pe in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura ‘formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
rilevato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro tremila in favore delle Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 4 giugno 2024.