Ricorso Generico: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità
L’esito di un processo non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rispetto delle regole procedurali. Un esempio lampante è il caso del ricorso generico, una problematica che può portare alla fine prematura di un’impugnazione. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso, per essere valido, deve essere specifico e non limitarsi a critiche astratte. Analizziamo insieme questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
Un imputato, a seguito di una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Roma, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Il fulcro della sua difesa si basava sulla presunta carenza di motivazione da parte dei giudici d’appello in merito alla sua responsabilità penale. In sostanza, il ricorrente lamentava che la sentenza impugnata non spiegasse a sufficienza le ragioni della sua colpevolezza.
La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso generico
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato l’atto di impugnazione e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito della questione (ovvero, se la motivazione della Corte d’Appello fosse effettivamente carente), ma si è fermata a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha ritenuto che il ricorso fosse affetto da un vizio insanabile: la genericità dei motivi. Di conseguenza, oltre a respingere l’impugnazione, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
La Corte Suprema ha spiegato che il motivo di ricorso era “meramente evocativo del vizio enunciato”, ovvero si limitava a denunciare una carenza di motivazione in termini astratti, senza però confrontarsi concretamente con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata. Secondo i giudici, un ricorso è inammissibile quando manca una correlazione diretta tra le ragioni esposte nella decisione contestata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione.
In altre parole, non è sufficiente affermare che una sentenza è sbagliata o immotivata. È necessario spiegare perché è sbagliata, analizzando punto per punto il ragionamento del giudice precedente e indicando le specifiche omissioni o i vizi logici. L’atto di impugnazione non può ignorare le affermazioni del provvedimento che intende censurare, altrimenti cade nel vizio di “aspecificità”. La Cassazione ha richiamato un suo precedente orientamento (sentenza n. 34270/2007) per rafforzare questo principio consolidato.
Le Conclusioni
Questa ordinanza offre un importante monito per chiunque intenda impugnare un provvedimento giudiziario. La redazione di un atto di appello o di ricorso richiede un’analisi critica e dettagliata della decisione che si contesta. Non basta enunciare un principio di diritto o lamentare un vizio in generale; è indispensabile “smontare” la motivazione del giudice precedente, evidenziandone le crepe e le incongruenze in modo puntuale. Presentare un ricorso generico equivale a una sconfitta certa, con l’ulteriore aggravio di dover sostenere i costi del procedimento e pagare una sanzione pecuniaria. La specificità non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di difesa in fase di impugnazione.
Quando un ricorso in Cassazione è considerato un ricorso generico?
Un ricorso è considerato generico quando si limita a enunciare un vizio (come la carenza di motivazione) in modo astratto, senza creare una correlazione specifica tra le ragioni della decisione impugnata e i motivi dell’impugnazione stessa. In pratica, non contesta puntualmente il ragionamento del giudice precedente.
Qual è la conseguenza di presentare un ricorso generico?
La conseguenza è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.
Cosa deve fare un difensore per evitare che il ricorso venga dichiarato generico?
Per evitare la genericità, il difensore deve redigere un atto di impugnazione che contenga una critica specifica, argomentata e puntuale delle motivazioni della sentenza che si contesta, dimostrando una chiara correlazione tra i vizi denunciati e le parti della decisione che si ritengono errate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 44610 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 44610 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 11/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il 13/07/1984
avverso la sentenza del 15/01/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminato il ricorso di NOME COGNOME
OSSERVA
Ritenuto che il motivo di ricorso attraverso cui si deduce la carenza di motivazione in ordin alla responsabilità per il reato contestato è generico in quanto privo di effettiva censura confronti della decisione impugnata, essendo lo stesso meramente evocativo del vizio enunciato; che, infatti, il ricorso è inammissibile per genericità dei motivi se manca ogni indicazione d correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione, che non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato, senza cadere nel vizio di aspecificità (tra tante, Sez. 4, n. 34270 del 03/07/2007, COGNOME Rv. 236945);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 11/10/2024