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Ricorso generico in cassazione: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso generico in cassazione. L’imputato, dopo aver rinunciato ai motivi sulla responsabilità penale, non può limitarsi a denunciare la mancata applicazione di una causa di proscioglimento senza indicare elementi concreti a supporto.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Generico in Cassazione: Quando l’Impugnazione è Inammissibile

Presentare un ricorso generico in cassazione rappresenta un errore strategico che porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti di specificità necessari affinché un ricorso possa essere esaminato nel merito, anche quando si lamenta la mancata applicazione di una causa di non punibilità.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che, in parziale riforma di una precedente decisione, aveva ridotto la pena inflitta a un imputato a un anno, due mesi e venti giorni di reclusione, oltre a una multa di 500 euro. L’imputato aveva rinunciato ai motivi di appello relativi alla sua responsabilità penale, concentrando la sua difesa su altri aspetti.

Nonostante ciò, ha successivamente proposto ricorso per cassazione, lamentando la mancata applicazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale. Tale norma impone al giudice l’obbligo di dichiarare d’ufficio determinate cause di non punibilità, procedendo al proscioglimento immediato dell’imputato. Secondo il ricorrente, questo obbligo sussisteva anche a fronte della sua rinuncia ai motivi sulla responsabilità.

L’inammissibilità del Ricorso Generico in Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile per genericità. Il punto centrale della decisione risiede nel fatto che il ricorrente non può limitarsi a denunciare in modo astratto la violazione di una norma di legge. È necessario, invece, fornire elementi concreti e specifici che dimostrino perché il giudice del grado precedente avrebbe dovuto applicare quella norma e giungere a una diversa conclusione.

L’Onere di Specificità dopo la Rinuncia

I giudici hanno sottolineato che, avendo l’imputato rinunciato ai motivi d’appello sul tema della responsabilità, il suo successivo ricorso per cassazione avrebbe dovuto essere ancora più circostanziato. Prospettare la violazione dell’obbligo di immediata declaratoria di una causa di non punibilità richiede l’indicazione di elementi fattuali e giuridici precisi dai quali il giudice d’appello avrebbe potuto e dovuto trarre la conclusione del proscioglimento. Il semplice richiamo alla norma, senza un’argomentazione dettagliata applicata al caso di specie, rende il motivo di ricorso vago e, di conseguenza, inammissibile.

Le Conseguenze Economiche

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. In linea con la prassi consolidata, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, ha imposto il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, ritenendo che non vi fossero elementi per escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha fondato la sua decisione su un principio cardine della procedura penale: i motivi di ricorso devono essere specifici. Citando un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. n. 36870/2018), ha ribadito che un ricorso che non indica elementi concreti in forza dei quali il giudice avrebbe dovuto adottare una pronuncia liberatoria è inammissibile. Il ricorso in esame non prospettava soluzioni liberatorie concrete e si limitava a una doglianza astratta, rendendolo inefficace ai sensi dell’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale. L’inammissibilità, pertanto, non è solo una sanzione processuale, ma la logica conseguenza di un atto che, per sua natura, non consente alla Corte di svolgere la propria funzione di controllo di legittimità sulla decisione impugnata.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale: la specificità e la concretezza sono requisiti imprescindibili. Un ricorso generico in cassazione, specialmente dopo aver rinunciato a specifici motivi in appello, è destinato al fallimento. Non basta enunciare un principio di diritto; è essenziale dimostrare, con argomenti puntuali, come quel principio sia stato violato nel caso concreto. In assenza di tale specificità, il ricorso si rivela uno strumento processuale inutile e oneroso.

È possibile presentare ricorso in Cassazione per mancato proscioglimento se si è rinunciato ai motivi sulla responsabilità in appello?
Sì, ma il ricorso non deve essere generico. Deve indicare elementi concreti e specifici in forza dei quali il giudice d’appello avrebbe dovuto adottare una pronuncia di proscioglimento, dimostrando l’evidenza di una causa di non punibilità.

Cosa si intende per ‘ricorso generico in cassazione’?
Un ricorso è considerato generico quando non indica in modo specifico e concreto le ragioni della presunta violazione di legge, limitandosi a enunciazioni astratte senza prospettare soluzioni liberatorie basate su elementi fattuali del processo.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver promosso un’impugnazione inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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