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Ricorso cautelare tardivo: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’appello di un Pubblico Ministero contro un’ordinanza che riqualificava un reato e revocava una misura cautelare. La decisione si fonda sulla constatazione che si trattava di un ricorso cautelare tardivo, in quanto pervenuto alla cancelleria del giudice competente oltre il termine di dieci giorni. La sentenza ribadisce che, in materia cautelare, la data rilevante per la tempestività è quella di ricezione dell’atto, non quella di spedizione a mezzo posta.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Cautelare Tardivo: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario, la cui violazione può avere conseguenze definitive sull’esito di un procedimento. Una recente sentenza della Corte di Cassazione lo ha ribadito con forza, dichiarando inammissibile l’impugnazione di un Pubblico Ministero perché presentata fuori tempo massimo. Il caso in esame verteva su un ricorso cautelare tardivo, offrendo un’importante lezione sulla differenza tra data di spedizione e data di deposito di un atto giudiziario.

I Fatti del Caso: Dalla Riqualificazione del Reato alla Revoca della Misura

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Torino che, in sede di appello cautelare, aveva deciso in favore di un gruppo di agenti di polizia penitenziaria. Il Tribunale aveva riqualificato le accuse a loro carico, passando da un’ipotesi di reato più grave a una meno grave, e, di conseguenza, aveva revocato la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Biella aveva proposto ricorso per cassazione. L’obiettivo dell’accusa era ottenere l’annullamento dell’ordinanza e il ripristino della qualificazione giuridica e della misura cautelare originarie.

La Questione Giuridica: Il Deposito del Ricorso Cautelare Tardivo

Il nodo cruciale della questione, tuttavia, non riguardava il merito delle accuse, ma un aspetto puramente procedurale: la tempestività del ricorso. L’ordinanza impugnata era stata depositata e comunicata al Pubblico Ministero il 13 giugno 2023. Il termine per proporre ricorso, secondo l’articolo 311 del codice di procedura penale, è di dieci giorni.

Il ricorso del PM, spedito tramite lettera assicurata, era stato depositato presso la segreteria della Procura di Biella il 22 giugno, ma era pervenuto alla cancelleria del Tribunale di Torino solo il 27 giugno e a quella della Corte di Cassazione il 28 giugno. Entrambe le date erano successive alla scadenza del termine di dieci giorni. Si è quindi posto il problema di stabilire se si trattasse di un ricorso cautelare tardivo e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, accogliendo l’eccezione di tardività sollevata dalle difese. La motivazione della decisione si basa su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità.

La Corte ha chiarito che, in tema di impugnazioni cautelari, la disciplina speciale prevista dall’art. 311 c.p.p. non richiama l’art. 583 c.p.p., norma che consente di considerare come data di presentazione quella della spedizione dell’atto a mezzo posta. Le Sezioni Unite della Cassazione (sent. Bottari, 2021) avevano già stabilito che questa possibilità è esclusa per i ricorsi cautelari. Pertanto, ai fini della tempestività, rileva unicamente la data in cui l’atto perviene materialmente all’ufficio giudiziario competente a riceverlo.

Nel caso specifico, essendo l’atto pervenuto ben oltre il decimo giorno, il ricorso è stato inevitabilmente considerato tardivo. La Corte ha inoltre precisato che le nuove disposizioni introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), che hanno modificato le modalità di presentazione dei ricorsi, non erano ancora in vigore al momento del deposito dell’atto, rendendole inapplicabili al caso di specie.

Le Conclusioni: L’Importanza della Tempestività nelle Impugnazioni Cautelari

La sentenza in commento riafferma un principio di fondamentale importanza pratica: la gestione delle impugnazioni in materia cautelare richiede la massima diligenza e attenzione ai termini. La decisione di dichiarare il ricorso cautelare tardivo dimostra che non c’è spazio per deroghe o interpretazioni estensive quando si tratta di scadenze perentorie. Per gli operatori del diritto, questo significa che l’unica data che garantisce la tempestività è quella dell’effettivo deposito presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato. Affidarsi alla spedizione postale, senza calcolare i tempi tecnici di consegna, rappresenta un rischio che può compromettere irrimediabilmente l’esito dell’impugnazione.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tardivo. È stato depositato presso la cancelleria del giudice competente dopo la scadenza del termine di dieci giorni previsto dalla legge per le impugnazioni cautelari.

Quale data è valida per calcolare la tempestività di un ricorso cautelare?
La data valida è quella in cui l’atto viene materialmente ricevuto dalla cancelleria dell’ufficio giudiziario competente, non la data in cui viene spedito a mezzo posta.

La regola che considera valida la data di spedizione postale si applica ai ricorsi cautelari?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che la disciplina speciale per i ricorsi cautelari (art. 311 c.p.p.) non richiama la norma generale (art. 583 c.p.p.) che permette di considerare la data di spedizione. Di conseguenza, tale regola non si applica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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